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L'Hellas del Vava:sudore, sacrifici e (forse) sangue

Il nuovo allenatore ha imposto una disciplina da caserma ed il carattere in campo adesso si vede

Non c’è niente da fare, chi conosce il calcio ha già capito che l’Hellas aveva bisogno dello tsunami Vavassori. Il Verona visto in campo domenica scorsa al Neri di Rimini non ha certo proposto un calcio spumeggiante ed irresistibile, era impossibile aspettarselo dopo sole due settimane con la nuova guida tecnica, ma si sono visti finalmente carattere, voglia e caparbietà. Il gioco arriverà. Anche perché, dopo il calcio espresso negli ultimi mesi, sinceramente, non ce ne voglia mister Remondina, non si può che migliorare.

Con la vecchia gestione il reparto che andava maggiormente in affanno era il centrocampo. Giocando sempre a tre e senza fare un adeguato turn over, i centrali erano arrivati alla frutta già a gennaio, spenti, senza più batterie. Questo aveva comportato un’eccessiva esposizione della difesa alle folate offensive avversarie, ma anche il reparto offensivo boccheggiava per le poche palle giocabili che arrivavano alle punte. Col nuovo modulo con quattro centrocampisti, e soprattutto con l’impiego dal primo minuto del Sir Samuele Dalla Bona, uno che anche fuori forma ha i piedi e le idee per giocare da fermo e fare la differenza in Lega Pro, si è già visto un nuovo Verona, più accorto dietro, ma anche più rapido nelle ripartenze.

Intanto gli allenamenti nel campo-bunker di Sandrà, continua il silenzio stampa imposto ai giocatori, proseguono e Vavassori lavora sulla sua squadra plasmandola come neanche il sergente Hartman faceva con i suoi uomini nel film Full Metal Jacket. I “butei” della curva chiedevano sudore e sangue dai loro beniamini, Valvassori, per ora, sta rispondendo offrendo tanto sudore, per il sangue aspetta la partita di domenica, al Bentegodi.

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