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Flavio Tosi è tornato: «Con noi Verona era una vera capitale europea. Sboarina poco amato, perderà»

L'ex sindaco scaligero celebra il proprio pregresso decennale operato in sede di presentazione del nuovo simbolo di "Fare con Flavio Tosi", verso le elezioni del 12 giugno che lo vedranno nuovamente in corsa

«Una nuova sfida. Abbiamo lanciato il nuovo simbolo di "Fare con Flavio Tosi" che sarà presente alle elezioni di Verona del 12 giugno per sostenere il nostro progetto di rilancio della città. Il faro rappresenta una guida sicura e ferma, avanti tutti insieme per Verona». Così l'ex sindaco scaligero Flavio Tosi, ufficialmente in corsa per la nuova tornata elettorale nel Comune di Verona fissata il prossimo 12 giugno, quando i cittadini veronesi saranno chiamati alle urne per le amministrative 2022.

Della propria precedente esperienza da primo cittadino, oggi il candidato sindaco Flavio Tosi dice: «Con una squadra di persone capaci e competenti abbiamo fatto risorgere e rinascere Verona, facendola diventare una vera capitale europea». In merito alla corsa a tre, ovvero tra Sboarina, Tommasi ed appunto lo stesso Tosi, quest'ultimo si dice certo di una sola cosa: «I candidati forti sono rinomatamente tre, due vanno al ballottaggio e uno vince. Secondo me se c'è una cosa certa è che quello che perde è Sboarina, perché un sindaco uscente che è così poco gradito alla città...perde di sicuro».

Il nuovo simbolo di Fare con Flavio Tosi

Campagna elettorale dunque entrata ormai decisamente nel vivo, tanto che dal fronte dell'attuale sindaco uscente Federico Sboarina non mancano le punzecchiature. A far parlare in queste ore è stata in particolare la notizia dell'ingresso in squadra con Flavio Tosi di Federico Vantini, ovvero il «pupillo di Renzi», così come lo ha definito in una nota Paolo Borchia, eurodeputato veronese della Lega. Lo stesso eruoparlamentare leghista Borchia ha infatti dichiarato: «Prendiamo atto che da oggi a Verona il centrosinistra esprime ufficialmente due candidati sindaci. Flavio Tosi, che grottescamente va dichiarandosi di centrodestra, ha imbarcato in squadra addirittura Federico Vantini, pupillo di Renzi. Tosi dal 2015 si schiera regolarmente contro il governatore del Veneto Luca Zaia: fu così alle regionali del 2015, e nel 2017 quando al ballottaggio il duo Tosi-Bisinella tentò il disperato accordo con il Partito democratico e gli altri partiti della sinistra. Fu così anche nel 2016 quando Tosi fu il frontman di Renzi al referendum costituzionale. Tutti personalismi, - conclude Borchia - contro Verona e il centrodestra, che i veronesi con saggezza hanno sonoramente bocciato».

Che la politica sia una cosa tanto bella quanto "chiacchierata", lo dimostra il confronto tra queste affermazioni del leghista Borchia con quelle del consigliere comunale Michele Bertucco, il quale ha colto l'occasione per togliersi dalle scarpe qualche proverbiale sassolino di renziana memoria. Il tema è sempre lo stesso, ovvero l'ingresso di Federico Vantini nella squadra di Flavio Tosi, ma il senso complessivo delle critiche in questo caso finisce con il capovolgersi: «Dopo averci spiegato per anni quale fosse la vera "sinistra riformista" - afferma Michele Bertucco - i renziani veronesi alla fine trovano posto nella forza politica più conservatrice del centrodestra veronese, attualmente impegnata a far dimenticare ai veronesi i dieci anni sprecati alla rincorsa di cimiteri verticali, trafori, lottizzazione delle aziende partecipate. Basteranno cinque anni di opposizione per riabilitare la figura di Tosi?». 

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Federico Vantini

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