"La tecnologia e l’essere umano", Massimo Donà ospite della Fondazione Campostrini
Dove tutto si fa sempre più potentemente virtuale, la realtà comincia a diventare sempre più indecifrabile, sconosciuta e complicata. Più che mai appare oggi indispensabile una riflessione filosofica che sappia dare un senso, per quanto possibile unitario, alla frammentazione del presente, così come il sapere filosofico ha sempre fatto al cospetto di grandi rivoluzioni culturali. Un tema che sarà trattato dal filosofo Massimo Donà, tra i più acuti eredi della scuola severiniana, che tanto ha insistito sui problemi della tecnica e sul suo destino legato a quello della civiltà occidentale, mercoledì 9 marzo alle 18 alla Fondazione Centro Studi Campostrini in via Santa Maria in Organo, 2 a Verona. L’incontro intitolato “Techne” è moderato da Davide Assael, collaboratore della fondazione scaligera. Ingresso libero.
La grande possibilità offerta dall'attuale sviluppo tecnologico sembra essersi risolta, per lo meno nei suoi tratti generali, in una chiusura nella dimensione narcisistica, producendo una frammentazione individualistica che pare aver dato ragione ai più strenui sostenitori delle cosiddette teorie elitarie (da Tocqueville in giù), che, agli albori dell'esperienza democratica, sottolineavano i rischi di un'atomizzazione sociale. «Ci stiamo inscrivendo in un mondo fatto di immagini che pensiamo di poter manipolare a nostra discrezione – spiega Massimo Donà –, ma che, in realtà, avendo perso ogni contatto con il reale di cui sarebbero dovute essere immagini, diventa sempre più inconsistente e quindi sempre meno appagante. Il fatto è che ci stiamo progressivamente anestetizzando. Ossia, stiamo rimuovendo quello stesso “sensibile” che già a Platone piaceva così poco. E di cui già lui, dunque, avrebbe voluto disfarsi. Sì, probabilmente stiamo proprio realizzando l’utopia platonica».
Massimo Donà è professore ordinario di Filosofia Teoretica alla Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Saluta San Raffaele di Milano, dove insegna Metafisica e Ontologia dell’Arte. Donà si è occupato di temi che rientrano nella sfera del religioso: dal modo in cui Dio è stato pensato dalla filosofia occidentale, sino a compiere una inedita riflessione sul sacro, colto nella sua relazione con l’umano. Dopo essersi laureato nel 1981 con Emanuele Severino, alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Venezia, collabora con Massimo Cacciari, in qualità di cultore per la materia, alla Cattedra di Estetica dello Iuav (Venezia) e coordina per alcuni anni i Seminari dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (sede di Venezia). Negli anni Novanta fonda, con Massimo Cacciari e Romano Gasparotti, la rivista Paradosso. Sempre negli anni Novanta diventa docente di ruolo di Estetica e insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia; sino a quando viene incardinato come professore ordinario all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano.
È inoltre curatore, sempre con Romano Gasparotti e Massimo Cacciari, dell’opera postuma di Andrea Emo. Ha scritto diversi saggi e articoli per riviste, settimanali e quotidiani di vario genere. Leader di un proprio gruppo musicale, ha inciso cd come trombettista.
L’incontro ha il patrocinio del Comune di Verona, della Provincia di Verona e della Regione Veneto, ed è stato realizzato con il contributo della Banca Popolare di Verona. Per informazioni chiamare il numero 045/8670770 o scrivere a info@centrostudicampostrini.it
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