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Siccità sul lago, il sindaco di Garda: «Troppo allarmismo e i turisti disdicono le vacanze, ma il nodo va affrontato»

Il livello del lago di Garda «scende di due centimetri al giorno ed è a livelli emergenziali», ma al momento «nessuna criticità imminente per la stagione turistica». Tuttavia, per il sindaco di Garda Davide Bendinnelli bisogna «guardare al futuro» e pensare di «riscrivere gli accordi con Aipo», ovvero l'Agenzia Interregionale per il Po

Quella del 2022 verrà probabilmente ricordata come l’estate più calda degli ultimi anni. La siccità e il cambiamento climatico sono un dato di fatto con cui si è tenuti a fare i conti. Ma al riguardo il sindaco di Garda, Davide Bendinelli, vuole ugualmente fornire alcune precisazioni che ritiene di fondamentale importanza. Il suo paese è «affollato di turisti», eppure nelle ultime settimane sono state «parecchie le disdette, arrivate soprattutto dalla Germania». Disdette che, secondo il sindaco di Garda, sarebbero anzitutto dovute alla «convinzione, maturata leggendo la stampa estera, che il Lago di Garda sia così in sofferenza da non poter più essere un’attrattiva».

«Il problema siccità è reale e serio - spiega Bendinelli - ma in questo momento non esiste nessun rischio per l’andamento della stagione turistica. Le barche - prosegue Bendinelli - non hanno alcuna difficoltà ad attraccare in porto, le spiagge sono tutte praticabili così come le passeggiate sul lungolago. Chi ha diffuso messaggi allarmistici lo ha fatto in malafede».

A questa rassicurazione il primo cittadino di Garda aggiunge però un monito che riguarda il futuro. Un futuro prossimo:

«Dire che quest’estate trascorrerà senza problemi per i turisti - spiega il sindaco di Garda Davide Bendinelli - non significa dire che non ci sia un reale problema di siccità. Il Lago di Garda quest’estate ha raggiunto il livello più basso di sempre dopo i record del 2003 e del 2007 e continua ad abbassarsi. Perde due centimetri al giorno e nel momento in cui parliamo si trova a 44 centimetri sopra lo zero idrometrico. Se non interveniamo subito rischiamo di ipotecare il nostro futuro».

Secondo ciò che riferisce una nota del Comune di Garda, da anni sarebbe vigente «un accordo intervenuto con Aipo (Agenzia Interregionale per il Po)» che prevederebbe che «il Garda ceda parte della propria acqua per l’irrigazione di quei terreni». In particolare, dal lago uscirebbero «70 metri cubi di acqua al secondo, di cui 10 finiscono nel Po». Sempre la nota del Comune di Garda spiega che poco più di un mese fa l’Aipo avrebbe chiesto di «incrementare quella quantità per sostenere il fiume e gli agricoltori in forte sofferenza». Tuttavia, nelle ultime ore vi sarebbe stato invece «un accordo di senso inverso», tanto che, precisa ancora la nota del Comune di Garda, «da sabato a lunedì la derivazione dal Garda verso il Mincio e i canali irrigui verrà ridotta, da 70 a 60, mantenendo a 10 la quota destinata al Po» e, infine, «scenderà poi a 55 da martedì».

«È un intervento emergenziale, ma inutile. - spiega Bendinelli - Non vogliamo assolutamente voltare le spalle agli agricoltori del Mantovano, ma vista la situazione dovrebbe essere chiaro a tutti che la gestione delle acque del Garda deve cambiare in modo sostanziale».  

Secondo il primo cittadino di Garda Davide Bendinelli, infatti, gli accordi con Aipo «sono datati e risalgono ad un periodo storico non paragonabile con quello che stiamo vivendo». Un periodo in cui gli elementi da prendere in considerazione sono «il forte impatto del turismo, la siccità e il cambiamento climatico», tutti fattori che fanno dunque immaginare che questa non sarà l’estate più calda di sempre, ma la prima di molte altre.

«Quegli accordi vanno riscritti. Dobbiamo sederci ad un tavolo, tutti gli attori coinvolti, Regioni, Province, Comuni, Aipo, e trovare una soluzione. - prosegue Bendinelli - Il mio timore è che arrivino i temporali, passi momentaneamente l’emergenza e che ci si dimentichi ancora una volta di rivedere questa normativa. Va bene essere il salvagente dei Comuni che si affacciano sul bacino del Po, perché non possiamo voltare le spalle a chi versa in condizioni emergenziali, ma non possiamo nemmeno mettere la salute del Lago in secondo piano. Se tutti gli attori coinvolti non decidono di intervenire subito - conclude Bendinelli - tra pochissimo ne pagheremo le conseguenze».

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