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Baby gang, prime condanne per i "capi" di Qbr: patteggiamenti accolti, respinti e "no" alla condizionale

Sono stati inflitti in tutto circa 12 anni di carcere a 3 individui, tra cui colui che è ritenuto dagli investigatori il capo indiscusso della banda, mentre altri tre andranno a processo con il rito abbreviato

Alla fine del mese di luglio del 2022, un'operazione della polizia di Stato di Verona portò all'emissione di 16 misure cautelari nei confronti dei membri della baby gang Qbr, 12 in carcere e 4 in comunità, la quale aveva la sua base nel quartiere di Borgo Roma e che, secondo le indagini della questura di Verona  per circa due anni sarebbe stata protagonista di rapine, furti, minacce ed estorsioni avvenuti in città. 
Come viene riportato sulle colonne del Corriere di Verona, per i "capi" di Qbr sono arrivate le prime condanne: 12 gli anni di pena inflitti, tre patteggiamenti accolti, tre respinti e un "no" alla sospensione della condizionale. 

Accertamenti, indagini e altre operazioni, sono proseguite per oltre un anno, arrivando ad comminare le prime pene. Hanno patteggiato tre giovani ritenuti di primo piano all'interno della baby gang: ad I.B., ritenuto il capo di Qbr, classe 2002 nato in Moldavia e tuttora detenuto a Montorio, è stata inflitta una pena 4 anni di reclusione e 800 euro di multa; A.R., italiano di seconda generazione nato a Negrar nel 200, ha patteggiato 4 anni e 8 mesi con 1.284 euro di multa; O.G., anche lui italiano di seconda generazione nato a Bussolengo nel 2002 e a sua volta ai domiciliari, è stato condannato a 3 anni, 3 mesi e 20 giorni più 1.800 euro di multa. 

Tre infine i patteggiamenti respinti dal giudice Guidorizzi, nei confronti di altrettanti personaggi ritenuti di spicco della baby gang. Per I.E.T., classe 2002 veronese di seconda generazione attualmente ai domiciliari, R.Y.C., nato nella Repubblica Dominicana nel 2001 e ora a Montorio per altro motivo, e F.T., classe 1993 tunisino sottoposto all'obbligo di firma, difesa e accusa avevano trovato un'intesa per i patteggiamenti con il beneficio di sospensione della pena, ma il giudice ha respinto la richiesta motivandola così: "Non può essere accolto il patteggiamento in virtù primariamente della concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena non concedibile nel caso di specie data la pluralità di reati, il lungo periodo in cui sono stati commessi, la pendenza di altri procedimenti sia presso il Tribunale dei Minorenni che davanti all’autorità giudiziaria ordinaria". 
Il legale dei tre ha dunque richiesto il rito abbreviato che si celebrerà tra tre settimane. 

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