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Lanciata una petizione contro la revoca della cittadinanza di Verona a Saviano

A promuovere l'iniziativa è stato il capogruppo in consiglio comunale del Partito Democratico, Federico Benini: «Non è la prima volta che questa amministrazione cade su simili bassezze politiche e morali»

«In data 23 dicembre 2020 il Consiglio Comunale di Verona ha revocato la cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano, conferita allo stesso con delibera n. 72 del 11/12/2008. La motivazione principale che la maggioranza del sindaco Sboarina ha addotto per giustificare la revoca della cittadinanza onoraria dello scrittore è che lo stesso avrebbe utilizzato frasi poco rispettose verso il leader della Lega Matteo Salvini».
A dirlo è Federico Benini, consiglie comunale e capogruppo per il Partito Democratico a Verona, che nel pomeriggio di Natale ha annunciato il lancio di una petizione per chiedere all'amministrazione comunale di ritirare la delibera e quindi di non revocare la cittadinanza a Saviano. 
«Considerato che nel 2008 il Consiglio Comunale di Verona ha approvato una proposta di deliberazione (senza nessun voto contrario) in cui si proponeva di offrire allo scrittore Roberto Saviano la cittadinanza onoraria della città, esprimendo con questo gesto il senso del dovere morale di una Comunità che intende rendere omaggio ad un uomo coraggioso che in forza soltanto della sua dignità e del suo amore per la giustizia è diventato simbolo della lotta all'attività camorristico - mafiosa ed esempio di forte impegno civile nel ricordo delle migliaia di vittime e contro la piaga della criminalità organizzata.
Visto queste motivazioni non sono mai state messe in discussione e continuano ad essere valide proprio per la continua attività di lotta alla criminalità organizzata da parte dello scrittore, chiediamo che il Consiglio Comunale di Verona ritiri la delibera n.20 del 2020 che ha come primo firmatario il Consigliere Zelger, in cui si da atto di ritirare la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano». 

«Non si tratta di una sorta sondaggio su Saviano – precisa Benini – parliamo invece di migliaia di veronesi indignati, mortificati e arrabbiati per l’arroganza di una amministrazione che dopo 12 anni toglie la massima onorificenza cittadina perché il suo destinatario, Saviano, nel frattempo è entrato in aspra polemica con il leader nazionale della Lega.
Un ‘reato d’opinione’ che fa passare in secondo piano le motivazioni per cui la cittadinanza onoraria venne conferita. Leggiamo, infatti, da delibera del 2008, votata dallo stesso consigliere Zelger ora promotore della revoca, che Saviano è ‘l’uomo coraggioso che in forza soltanto della dignità e del suo amore per la giustizia è diventato simbolo della lotta all’attività camorristico-mafiosa ed esempio di forte impegno civile nel ricordo di migliaia di vittime e contro la piaga della criminalità organizzata.
È dunque inaccettabile che la deferenza verso il leder politico di turno arrivi al punto da oscurare valori assoluti come la difesa della legalità e la lotta alle mafie», rimarca Benini. Che conclude: «Non è la prima volta che questa amministrazione cade su simili bassezze politiche e morali. Di qui i tanti commenti dei sottoscrittori che dicono di essere “stufi” di doversi vergognare della propria città. O meglio: della figura meschina che questa maggioranza oscurantista e retrograda fa fare alla città, perché Verona è molto meglio di come questa maggioranza la rappresenta».

Anche il segretario provinciale del PD veronese, Maurizio Facincani, è intervenuto sulla vicenda. «Nel caso della revoca della cittadinanza onoraria allo scrittore Saviano emerge chiaramente la volontà di punire non solo il dissenso che lo scrittore esprime ed ha espresso nei confronti dell’operato dell’ex Ministero dell’Interno Salvini, ma soprattutto chi ha idee diverse da chi è al potere in quel momento.  
Non mi meraviglia che il consigliere Zelger, abituato a cambiare idea e casacca a seconda delle convenienze politiche del momento, abbia chiesto l’approvazione della sua proposta, motivata principalmente da adulazione e servilismo nei confronti del suo leader politico di turno. Mi indigna di più che abbia trovato consenso dalla maggioranza del consiglio comunale.
Mi stupisce inoltre che il Sindaco Sboarina o lo stesso presidente del Consiglio comunale Ciro Maschio, che nel 2008 furono tra quelli che votarono a favore della cittadinanza onoraria a Saviano, non comprendano che quello che hanno appoggiato sia nient’altro che un atto di rappresaglia politica contrario ai valori democratici sui quali hanno giurato e ai quali spesso si appellano per chiedere cittadinanza alle loro idee di destra. Sono atti da maggioranza irresponsabile o, peggio, da piccoli dittatori in erba.
La revoca della cittadinanza a Saviano mi spinge a chiedere ai veronesi che hanno a cuore i valori della democrazia di intraprendere azioni civili risolute perché la decisione sia rivista, per dimostrare che Verona e i veronesi non sono vittime dell’indifferenza di fronte a fatti così gravi».

«Dalla Lega uno spettacolo avvilente. Reprimono chi non la pensa come loro con sciocche crociate ideologiche». A dirlo è l'onorevole Nicola Fratoianni (Leu): «Il Comune di Verona, su proposta della Lega, ha revocato la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano. Tra le motivazioni di questa triste scelta: il supporto a Carola Rackete, le "numerose espressioni di disprezzo" verso l'ex ministro Salvini ed essersi schierato in difesa di Mimmo Lucano. Insomma, l'ennesimo tentativo della destra di reprimere chi non la pensa come loro. Uno spettacolo avvilente. Fossi in loro penserei ad amministrare la città in questo difficile momento invece che portare avanti sciocche crociate ideologiche». 

Alle 16.40 del 26 dicembre, la petizione ha superato le 3 mila firme. 

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