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Crisi di Governo, Zaia preoccupato: «Tanti progetti rischiano di arenarsi»

Dopo le dimissioni di Draghi, il presidente della Regione attacca i 5 Stelle. Mentre Tosi spera che il premier ci ripensi

Sfiduciato di fatto ma non di diritto, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato ieri, 14 luglio, le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In Senato, il Governo aveva appena ottenuto la fiducia sul cosiddetto Decreto Aiuti, ma senza il voto del Movimento 5 Stelle. E quindi il premier, pur avendo i numeri per poter proseguire, è stato di parola. Aveva detto che il suo esecutivo non sarebbe andato avanti senza i 5 Stelle. I grillini hanno disertato la votazione della fiducia. Draghi ne ha preso atto e si è dimesso.
Dimissioni, però, respinte da Mattarella, che ha così preso tempo per valutare il nuovo scenario. Tempo che scadrà il 20 luglio prossimo, quando Draghi si ripresenterà in Parlamento per spiegare a tutte le forze politiche il perché del suo passo indietro. Mercoledì dunque si saprà se il Governo Draghi è davvero finito o se ci sono spiragli per una sua prosecuzione.

Spiragli su cui spera il veronese Flavio Tosi, che in un video pubblicato su Facebook ha dichiarato: «Speriamo che Mario Draghi ci ripensi. È l'unica soluzione possibile».

Mentre il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, sempre su Facebook, ha condiviso le risposte date a un gruppo di giornalisti sempre sulla crisi di Governo. Zaia individua nei grillini i «materiali responsabili di questa confusione e di questo casino» e consiglia di percorrere la strada della serietà «che a me sembra sparita - ha aggiunto - Ci sono delle priorità e anche la politica deve darsi delle priorità. È la priorità fondamentale è quella di pensare ai cittadini che soffrono e che non sbarcano il lunario. Noi come Veneto abbiamo molti progetti che rischiano di arenarsi e quindi siamo preoccupati. C'è da dire che il Movimento 5 Stelle si vantava di rappresentare il popolo e le istanze degli ultimi oggi lascia gli ultimi a terra».

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