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Viaggio nel mondo femminile che lotta con l'amore

Al convegno organizzato dalla Camera di Commercio sar presente Umberto Veronesi

Sono storie d'amore e libertà. Storie intense, spesso semplici e lievi nella loro immediatezza, a volte dure e tenaci. Legate da un fil rouge che le accomuna, la volontà di prendere in mano la propria vita, di guardare sempre avanti, nonostante tutto e tutti. Sono le donne raccontate da Umberto Veronesi con la lucidità, l'empatia e la saggezza di chi ha partecipato e combattuto assieme a loro una delle più drammatiche sfide della vita, quella con la malattia.

“Sfide” è il tema del convegno organizzato dal Comitato per l’Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio di Verona che si terrà lunedì 18 aprile prossimo in Cortile Mercato Vecchio a Palazzo della Ragione, alle 18. Umberto Veronesi, con la regia della giornalista Alessia Rotta, racconterà la propria visione della capacità di reazione innata e inesauribile della donna, condensata nel suo recente libro “Dell'amore e del dolore delle donne”.

La religione delle donne è l'amore. Mi rendo conto che questa parola è stata sovrautilizzata fino a quasi ad essere svuotata di significato, - scrive Veronesi - non trovo tuttavia un termine migliore per definire questa tensione naturale alla positività, che prescinde dalla cultura, dalla fede o dall'assenza di fede, dagli eventi. È la capacità tipicamente femminile di evadere dalla gabbia della propria individualità per dedicare ragione ed emozione a qualcuno o qualcosa che sta fuori di loro, senza bisogno di chiedersi se i conti tornano, senza voler nulla in cambio. Ho potuto più volte sperimentare come nulla e nessuno possa fermare la determinazione di una donna che agisce spinta dalla religione dell'amore”, conclude Veronesi.

Una carica vitale, una volontà che accompagna la donna nella vita di tutti i giorni, nella malattia come in azienda. “La donna nel corso della propria vita porta avanti molteplici: ruoli madre, figlia, lavoratrice, compagna con pari tenacia e passione – commenta la presidente del Comitato per l'imprenditorialità femminile, Graziella Tabacchi Basevi – non ha priorità, non assegna livelli di importanza diversi. La donna ha una carica vitale inesauribile e ci affianca una creatività e un'originalità di interpretazione delle situazioni e risoluzione dei problemi che le consente di riuscire su più fronti e che fa la differenza”. Una differenza che emerge in particolare nel mondo economico ancora influenzato da codici d'azione e di comportamento maschili.

Fioriscono, così, in attesa della codifica legislativa, le “pink list”: profili femminili di manager, libere professioniste, docenti, ricercatrice, esperte pronte a portare la propria esperienza nei consigli di amministrazione delle società quotate. “La donna può dare molto, dà già molto e ha dato – conclude Tabacchi Basevi – si pensi ad una valorosa figura del Risorgimento italiano, Anita Garibaldi. Ha combattuto a fianco del proprio compagno per un patria che non era neanche sua, lei era brasiliana. Gli ha dato quattro figli ed ha perso la vita, al settimo mese di gravidanza, perché nonostante la malaria non rinunciava a seguire il marito, nell'avanzata lungo lo Stivale”.

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