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Dove trovare la più buona Bressadela broè e ricetta del dolce tipico di Verona per Pasqua

Ciambelle croccanti all'esterno e fragranti dentro, con un sentore di grappa e scorza di limone

Pasqua si avvicina e sulle nostre tavole non possono mancare le Brassadele Broè, uno dei dolci tipici di Verona preparati esclusivamente in questo periodo, sono ciambelle croccanti all’esterno e fragranti all’interno, dalla dolcezza moderata con un accenno a sentori di grappa e di limone che si accompagnano bene con altrettanta dolcezza, come il Recioto o il Passito Bianco. A Pazzon, una frazione del comune di Caprino Veronese, alle pendici del Monte Baldo, la domenica delle Palme si svolge la festa della Brassadela Broà. 

Le brassadele broè. "Broè" sta a significare in dialetto veneto "scottate in acqua bollente" proprio perchè la ricetta tradizionale prevede questa procedura. La forma ricorda in qualche modo la corona di spine portata da Gesù, per questo l'usanza di prepararle nel periodo di Pasqua.
La ricetta di questi dolci tipici di Verona non è complicata ma occorrono tempi un pò lunghi per fare la doppia cottura. Il segreto, più che altro, sta nella manualità. Le brassadele sono squisite: nè troppo dolci, nè troppo salate. Risultano croccanti fuori ma morbide dentro.

Dove si trovano le migliori Brassadele

  • Non Solo Pane di Zambaldo Lara. Panificio con specialità salate e dolci, brioches artigianali, caffetteria, alimentari, pasta fresca. Via Unità d'Italia 182, Verona
  • De Rossi. Panificio, Pasticceria, Pasta Fresca. A memoria dei veronesi meno giovani, in fondo a Corso Porta Borsari è presente dalla notte dei tempi un panificio. I più anziani lo ricordano come il panificio Alla Gabbia. Corso Porta Borsari, 3 Verona 
  • Panificio Colpo. Produzione di vari tipi di pane, come Pan di Verona, pan frutta, pane alla zucca, pane ai cereali, ect. Via Acque 5, Caprino Veronese
  • Panificio Zambiasi. Frollini e puoti, panettoni, nadalin, pandori, colombe, brasadele broè, sossole. Via Berengario, 12 Cavaion Veronese.
  •  Panificio Pavoni a Domegliara

Ricetta Brassadele broè

1 kg e 150 g di farina "00", 7 uova intere, 7 rossi d'uovo, 150 g di zucchero, 80 g di burro (ammorbidito), 8 g di sale, 3 g di bicarbonato, 1/2 bicchiere di grappa o anice, vaniglia
Impastate tutti gli ingredienti, lasciandoli riposare per 2 ore, poi rimescolate per una manciata di secondi. Con un po' d'impasto formate una specie di grissino grosso un dito e quindi unite i due estremi formando una sorta di ciambellina (brasadèla). Cuocete le ciambelline in acqua bollente salata fino al loro affioramento (come si usa fare per gli gnocchi). Adagiate le brasadèle broè su dei teli per l'asciugatura e fatele riposare per 12/14 ore. Quindi incidetele tutt'intorno per la lunghezza e ricuocetele in forno caldo a 180° per circa un quindicina di minuti, fino ad assumere un colore dorato.

Servite con una spolverata di zucchero a velo oppure possono essere intinte nella cioccolata. I vini che si abbinano Le brassadele si sposano benissimo con un bicchiere di Recioto, bianco di Soave o rosso della Valpolicella a seconda dei gusti. Ottima anche con un vino giovane e frizzante come il Bardolino Chiaretto Spumante.

La storia delle brassadele 
Ormai quasi scomparse, le brassadele erano il dolce delle festività pasquali nel Veronese. Si tratta di ciambelline di pasta dolce arricchita di burro, caratterizzate dalla doppia cottura: dapprima bollite (broè), quindi passate in forno.
In realtà la tipicità pasquale delle brassadele si venne a definire solo nel corso del 1700, contemporaneamente all’affermazione di altri dolci legati alle festività, quale il nadalin e quindi il pane di Natale. Le brassadele erano infatti precedentemente prodotte almeno in tre occasioni: a Natale, a Pasqua e alla Pentecoste, oltre che, occasionalmente, in altre feste. Era prevista anche un’eventuale versione di magro, nella quale al burro si sostituiva l’olio, «brazzadelle con oglio e zuccaro e senza alcun ingrediente, queste però per il solo tempo di Quaresima» come confermano i registri di spesa di alcuni conventi. 
Secondo la relazione sulle tradizioni del popolo veronese stilata ai primi dell’Ottocento dell’abate Conati, «cibi statutari della Pasqua sono l’agnello arrostito, il salame dell’aglio che mangiasi colle bracciatelle, le uova sode». 

Le brassadèle si consumano però solitamente accompagnandole con il vin santo. L’abbinamento è di lunga tradizione: l’oste Valentino Alberti ricorda come il 23 aprile 1827, recatosi alla chiesa dei Santi Siro e Libera, nell’attuale area del Teatro romano, si fosse fermato nell’orto della chiesa e qui avesse «fatto allegramente merenda con vin santo e brassadelle».

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