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Lunedì, 29 Aprile 2024

Telemarketing selvaggio: confiscate banche dati e multe per le aziende

L'operazione è scattata martedì nei confronti di alcune società che operano nel Veronese ed in Toscana, per mano della guardia di finanza su disposizione del Garante della Privacy

Il telemarketing selvaggio al centro della nuova azione del Garante privacy, che ha portato per la prima volta alla confisca di banche dati di call center e colpito il “sottobosco” con sanzioni per le società coinvolte. 
Dalla mattinata di martedì è in corso una vasta operazione, condotta dai finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma in collaborazione con i militari del Comando provinciale della guardia di Verona, finalizzata a notificare alcuni provvedimenti adottati dal Garante e, soprattutto, a confiscare le banche dati in uso ad alcune società che svolgevano attività ritenute illecite dalle forze dell'ordine nel campo del telemarketing illegale.

Le società coinvolte nella vicenda sono state sanzionate (Mas s.r.l.s. per 200.000 euro, Mas s.r.l. 500.000 euro, Sesta Impresa s.r.l. 300.000 euro, Arnia società cooperativa per 800.000 euro), e due di esse sono state colpite dal provvedimento di confisca che sottrae loro la base di dati utilizzata per effettuare le presunte attività illecite. L’operazione si è svolta simultaneamente presso le sedi delle società interessate (nel Veronese e in Toscana) e costituisce la prima occasione in cui il Garante dispone la confisca delle banche dati dei potenziali clienti.

Le Fiamme gialle sottolineano come l’utilizzo dello strumento della confisca venga da loro accolto come un segno di un ulteriore innalzamento della strategia di contrasto da parte dell’autorità, che, da un lato, sta collaborando attivamente con gli operatori virtuosi del settore per la definitiva approvazione di un codice di condotta, ma, dall’altro, non riduce la propria attività di controllo e repressione del telemarketing illegale.

L’attività, scaturita da una segnalazione della Compagnia della guardia di finanza di Soave, avrebbe permesso di individuare le quattro società interessate, oggetto di successivi accertamenti svolti dal Garante con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. Le medesime sono state ritenute responsabili di una serie di attività in aperta violazione della normativa in materia di protezione dei dati personali. In particolare, quelle veronesi (Mas srl; Mas srls), mediante acquisizione di apposite liste che sarebbero state illegalmente prodotte, avrebbero contattato decine di migliaia di soggetti, senza che questi avessero mai rilasciato il necessario consenso per il trattamento dei propri dati a fini di marketing, proponendo offerte commerciali di diverse compagnie energetiche, giungendo anche a proporre, dopo poco tempo, passaggi inversi fra queste, al fine di accrescere le proprie provvigioni. I contratti così realizzati sarebbero stati poi girati alle due società toscane per l’indebito inserimento nel database delle compagnie, il tutto senza alcun formale incarico e in base a un sistema di distribuzione delle responsabilità in ambito privacy fittizio, meramente formalistico e con gravissime carenze nell’adozione di efficaci misure di sicurezza per la protezione dei propri sistemi.

Attività che, in sintesi, costituirebbero una delle varie forme del cosiddetto “sottobosco”, più volte indicato dal Garante quale causa dell’odierna espansione del telemarketing illegale: sempre secondo la Finanza, un fenomeno che si alimenta con affidamenti ed attività al di fuori delle norme, ma anche per un insufficiente controllo da parte delle grandi aziende committenti.

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