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Innovazione e qualit per uscire dalla crisi

Le imprese devono saper sfruttare le occasioni e imparare a "fare sistema"

Conciliare la specializzazione con il lavoro di squadra. Se qualcosa l’attuale crisi ha insegnato, certamente la lezione più importante è che anche nell’economia locale è finito il tempo del “fai da te”.

Prendiamo il distretto del marmo, sempre trainante per la Valpantena e la Lessinia. Chi è sopravvissuto a due anni di crollo degli ordini e dei fatturati? Coloro che hanno puntato sulla qualità e sulla specializzazione. Il problema è che tante imprese non ce l’hanno fatta, oppure stanno tuttora boccheggiando. E se è vero che la ripresa è a portata di mano, è anche vero che sarà una ripresa debole e “selettiva”, che premierà solo le aziende più solide.

Come dire che le piccole imprese del nostro territorio non potranno risollevarsi da sole, ma avranno bisogno di fare squadra tra loro e con le istituzioni. Una ricetta molto più facile a dirsi che a farsi, se è vero che tra territori confinanti non si riesce nemmeno a mettersi d’accordo sul posizionamento di una pala eolica. Figuriamoci quando si parla di decidere come promuovere i vini nostrani nel mondo o stabilire su quali mercati emergenti puntare con le nostre esportazioni.

Da questo punto di vista un grande banco di prova è rappresentato dal traforo delle Torricelle. Sarà un cantiere faraonico che servirà solo per i pendolari e i camionisti, oppure diventerà il volano per unire imprese e distretti tra vallate (la Valpantena e la Valpolicella) che hanno così tanto in comune ma che continuano a farsi concorrenza tra loro? Riuscirà il traforo a trasformare una galassia di micro imprese in un “sistema” economico capace di rilanciarsi sul mercato interno e internazionale? Questa è la vera sfida che attende le istituzioni politiche ed economiche del nostro territorio nei prossimi anni.

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