rotate-mobile
Politica Zai / Viale del Lavoro

Veronafiere, polemica sulle nomine: «Il sindaco ci dica quali sono le competenze di Bricolo»

Michele Bertucco e gli esponenti di Traguardi, Tommaso Ferrari e Beatrice Verzé, incalzano l'Amministrazione Sboarina sul nuovo CdA dell'ente fieristico, nel quale non sono presenti donne

Prosegue il botta e risposta sulle nomine dei vertici di Veronafiere, arrivate a poco meno di un mese dalle elezioni del 12 giugno. Oltre alla tempistica, giudicata fuori luogo vista l'imminente tornata elettorale, le opposizioni incalzano l'Amministrazione Sboarina su quote rosa e competenza. A far storcere il naso al centrosinistra infatti c'è soprattutto l'assenza di donne nel CdA, nel Collegio sindacale e nell'organismo di vigilanza: punzecchiato sull'argomento, il primo cittadino di Verona ha replicato che lo stesso PD avrebbe «indicato solo maschi per le nomine delle partecipate comunali», affermando di aver rispettato le regole. Il sindaco inoltre ha sottolineato che le «nomine fatte dall’assemblea non sono state 14 ma 7» e che sarebbero state fatte in base alle competenze e non basandosi sui «consensi elettorali di qualche lobby». 

Proprio sulla questione competenze è tornato alla carica Michele Bertucco, di In Comune per Verona e Sinistra Civica Ecologista, che ha attaccato sui nomi finiti al vertice di Veronafiere: «Sulle nomine tutte al maschile della Fiera, Sboarina insiste nel dire che sono state privilegiate le competenze. Quindi per il Sindaco sul mercato non c’era donne abbastanza preparate per occuparsi della Fiera? E dica il Sindaco: quali sono le competenze di Federico Bricolo e di Matteo Gelmetti? Quali grandi aziende hanno guidato finora? Quali sono le competenze manageriali o aziendali che emergono dal loro curriculum professionale? Entrambi hanno vissuto sempre di politica e al sottoscritto non è noto quali meriti professionali possano vantare.
Più Sboarina cerca di difendere questa scelta indifendibile, che ha una ragione squisitamente politica che ha a che fare con la spartizione pre elettorale delle poltrone, più crea imbarazzo nella città e tra i cittadini. Scopo delle quote rosa non è introdurre degli obblighi ma sensibilizzare alla parità di genere. Ma le parole del sindaco mostrano che la mentalità maschilista che permea la sua coalizione non è mai cambiata».

Da Traguardi arriva la proposta di candidare tutte le aziende partecipate del Comune di Verona a ottenere la certificazione della parità di genere, prevista dal Pnrr e introdotta dalla Legge di Bilancio 2022, che attesta le misure adottate sui luoghi di lavoro per costruire una vera parità tra uomini e donne. Il movimento civico sottolinea inoltre che chi ottiene questo riconoscimento, a patto di soddisfare determinati requisiti, può accedere a sgravi contributivi e ha una via preferenziale anche per l'accesso ai fondi del Pnrr.
«La certificazione presuppone che si è compiuto un percorso concreto e strutturale verso la parità nei luoghi di lavoro, dunque può rappresentare una svolta - affermano Tommaso Ferrari, consigliere comunale, e Beatrice Verzè, vicepresidente di Traguardi -. Ma non solo. Si tratterebbe di un segno concreto della volontà di cambiare lo status quo, visto che a Verona, come ha dimostrato la recente nomina di un CdA tutto al maschile per Veronafiere, la questione della disparità non ha a che fare semplicemente con il pregiudizio, ma con un preciso sistema di potere».
Proseguono Ferrari e Verzè, incalzando a loro volta sulla questione relativa alla competenze: «Di quanto è accaduto nei giorni scorsi si sta discutendo in tutta Italia, comprensibilmente. Il sindaco Sboarina ha tentato di mettere una pezza, affermando che “sono state individuate le competenze ritenute migliori per gestire questa fase della vita aziendale”, e a questo proposito aspettiamo di sapere quali siano, per esempio, quelle manageriali del neo presidente Federico Bricolo, ex senatore leghista, responsabile della campagna elettorale della Lega e anche dell'accordo per il sostegno al sindaco uscente. Ma non è tutto: nel maldestro tentativo di giustificarsi, Sboarina ha anche ricordato che le quote rosa non sono un obbligo per Veronafiere ed è vero, ma non serve sottolineare che ai vertici delle istituzioni non è più tollerabile nominare solo uomini. Semplicemente non è accettabile».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Veronafiere, polemica sulle nomine: «Il sindaco ci dica quali sono le competenze di Bricolo»

VeronaSera è in caricamento