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Solo maschi nel nuovo cda di Veronafiere. «Mostrato un grave ritardo politico»

Il cambiamento dei vertici dell'ente fieristico non fa discutere solo perché deciso a meno di un mese dalle elezioni

Non c'è solo il fatto che a meno di un mese dalle elezioni è stato rinnovato il consiglio di amministrazione di un'impresa a partecipazione pubblica, ma anche che in questo cda non ci sia neanche una donna.
Continua a far discutere la scelta dei soci di Veronafiere di cambiare i vertici aziendali martedì scorso, 17 maggio. Tra i soci, infatti, c'è anche il Comune di Verona che il prossimo 12 giugno (o al massimo il 26 giugno in caso di ballottaggio) cambierà amministrazione. E dall'opposizione sono piovute critiche al sindaco Federico Sboarina, a cui si chiedeva di non procedere con le nomine e di attendere l'esito delle urne.

Ma le critiche non si sono concentrate solo sul periodo in cui è stato nominato il cda di Veronafiere, ma anche sul fatto che i sette membri sono tutti uomini. «La fiera mostra un grave ritardo politico», hanno commentato il segretario provinciale del Partito Democratico Maurizio Facincani ed il segretario comunale del PD Luigi Ugoli, che aggiungono: «Anche non fosse tenuta al rispetto delle regole di genere, la Fiera, con una partecipazione pubblica così rilevante e una mission così importante di cerniera tra la città e il resto del mondo, non può esimersi dall’attuare e promuovere la parità di genere che non è un obbligo a cui ottemperare ciecamente ma una opportunità da promuovere a beneficio dell’intera economia e della società».

Ed anche dalle categorie professionali si sono fatti sentire. Il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona ha commentato: «Veronafiere si è così dotata di un organo amministrativo e di un organo di controllo con personalità e professionalità esclusivamente maschili, escludendo la componente femminile. Con questa scelta la città di Verona ha ignorato il principio del rispetto della parità di genere. Un'opportunità persa per la città, e un pericoloso passo indietro nel rispetto e nella promozione delle pari opportunità».

Dall'altra parte, il sindaco Sboarina si è difeso dicendo che il Partito Democratico, quando ha potuto presentare candidati per nomine in aziende partecipate dal Comune di Verona, non ha mai dimostrato sensibilità sulle quote rosa. Il primo cittadino ha inoltre sottolineato che tra i soci di Veronafiere ci sono anche dei privati, i quali hanno ritenuto i nuovi membri del cda adeguati all'incarico a loro affidato.

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