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Caso Almirante-Segre, ormai a Verona è lotta politica strada per strada

Nuova lettera al prefetto contro l'intitolazione della via al padre dell'Msi, ma intanto si rilanciano nuove proposte, tra chi vuole una via per Norma Cossetto e chi per Piersanti Mattarella

Ci domandiamo e Le domandiamo con quale logica a una persona che ha fatto propria la causa fascista vengano ora riconosciuti meriti da parte di una città come Verona, che ha combattuto il regime fascista ed è Medaglia d'Oro della Resistenza.

È uno dei passaggi della lettera con cui i consiglieri comunali del Partito Democratico Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani hanno chiesto al prefetto di Verona Donato Giovanni Cafagna di non autorizzazione l'intitolazione di una via della città a Giorgio Almirante, fondatore dell'Msi, repubblichino a Salò e firmatario del Manifesto della Razza nel 1938 durante il fascismo. È la seconda lettera contenente questa richiesta inviata al prefetto Cafagna in meno di una settimana. La prima è stata inviata dall'associazione culturale veronese «La città che sale» ed ha superato le 800 sottoscrizioni, le quali sono ancora aperte a questo link.

Non si smorza, anzi, resta vivace il dibattito politico locale sul ribattezzato «caso Almirante-Segre». La città di Verona ha infatti deciso di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, che da giovane è sopravvissuta ad Auschwitz, e allo stesso tempo di intitolare una via ad Almirante. Due scelte inconciliabili per la senatrice Segre; due scelte legittime e parimenti valide per il sindaco di Verona Federico Sboarina. E su questa spaccatura si giocano le varie prese di posizione.

«Tutti gli aspetti della vita e delle opere di Almirante sono contrari ai valori della democrazia e della repubblica italiana - hanno dichiarato i consiglieri comunali del PD - Almirante fu teorico della superiorità della razza italiana per giustificare stermini e genocidi delle "razze umane inferiori". Non a caso, la delibera che istituisce il toponimo, contrariamente al solito, non porta indicazione circa i "meriti" della persona, segno evidente che la giunta voleva tenere il più basso profilo possibile su un atto amministrativo di valenza politica anche clientelare. Riteniamo pertanto non percorribile la strada di procedere all'intitolazione di toponimi o comunque di nomi di luoghi e strutture pubbliche ad esponenti politici portatori di idee riconducibili al disciolto partito fascista o a persone che si siano esposte con idee antisemite e razziali».
Benini, La Paglia e Vallani hanno annunciato azioni in consiglio comunale per arrivare al ritiro della delibera che crea una via Almirante a Verona. A sostenerli la compagna di partito e consigliera regionale Orietta Salemi, la quale ha commentato: «Dare la cittadinanza onoraria alla senatrice Segre e allo stesso tempo intitolare una via ad Almirante è una contraddizione che nasce dall'incapacità di chi amministra di prendere una posizione autonoma, non ideologica».

Contrario all'iniziativa del PD e sostenitore dell'intitolazione di una via ad Almirante è il consigliere comunale Andrea Bacciga. «La sinistra ancora una volta vuole imporre con metodi aggressivi la propria volontà - ha scritto Bacciga - Non vuole trovare pace con la storia e preferisce vietare e censurare. Almirante fu un grande politico e un uomo onesto. Con le sue parole scuoteva gli animi anche di chi non la pensava come lui. E se la sinistra tuttora lo contesta, a maggior ragione la sua figura acquisisce più valore». E a contestare Almirante è in particolare il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, che scrive: «Che c'entra la pacificazione nazionale? E che vuol dire che Almirante fu votato da milioni di persone? Anche Hitler lo fu, ma nessuno si sogna di concedere il benché minimo riconoscimento ad una simile figura. Se avessero vinto quelli come Almirante oggi né la Segre né una buona parte di noi avrebbe alcun diritto di parola perché in Italia non ci sarebbe la democrazia ma la dittatura: nessuna azione di pacificazione può prescindere da questo dato di fatto».

Bacciga, però, non indietreggia. Anzi, rilancia. Il consigliere comunale ha infatti depositato una proposta di delibera per conferire la cittadinanza onoraria a Norma Cossetto in occasione del «Giorno del Ricordo» che si celebrerà il prossimo 10 febbraio. La ricorrenza ricorda ogni anno la tragedia vissuta dalle vittime delle foibe e dell'esodo istriano, fiumano e dalmata nel confine nord-orientale italiano dopo la Seconda Guerra Mondiale. Norma Cossetto è una delle vittime delle foibe, morta nel '43 a 23 anni. Alla memoria le è stata conferita la Medaglia d'Oro al merito civile, anche se una recente storiografia sta rivalutando la sua figura.

Ma a rilanciare non è solo Bacciga. Anche l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi ha proposto di intitolare una strada di Verona a Piersanti Mattarella, fratello dell'attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio quest'anno si sono celebrati i 40 anni dalla morte di questo esponente della Democrazia Cristiana, ucciso nel 1980 dalla mafia. «È stata un uomo onesto e un politico illuminato», ha detto Tosi, la cui proposta può essere anche condivisibile, ma è stata presentata in un momento in cui sembra che ogni politico locale veronese voglia dare un nome ad una via più per ottenere un riconoscimento personale che non per rendere omaggio a cittadini illustri del passato.
«Verona si guadagna sempre un posto nelle cronache nazionali anche perché, nel suo provincialismo, continua a inscenare la guerra tra bande di rossi e neri, che invece esiste solo per pochi, rumorosissimi soggetti - ha dichiarato Pietro Trincanato, presidente dell'associazione Traguardi - Questa è invece un'immagine stereotipata che dà visibilità ad alcuni, da ambo i lati della barricata, ma che fa male alla nostra città».

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