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Lettera aperta al prefetto Cafagna: «Nessuna via per Giorgio Almirante»

L'iniziativa è della neonata associazione culturale «La città che sale». Concorde il consigliere comunale Bertucco: «È una follia. Non si può approvare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre e poi intitolare una strada al Almirante»

Si è presentata lo scorso 14 gennaio la nuova associazione culturale di Verona «La città che sale» e con la sua prima iniziativa si è subito messa in luce. Ieri, 20 gennaio, l'associazione ha consegnato una lettera aperta al prefetto di Verona Donato Giovanni Cafagna per chiedergli di non autorizzare la delibera con cui il Comune di Verona ha intitolato una via della città a Giorgio Almirante. La lettera, nonostante sia stata consegnata, si può ancora sottoscrivere e chi vuole può farlo a questo link.

Le ragioni della opposizione sono giuridiche, storiche e politiche -  scrive l'associazione «La città che sale» - Innanzitutto, la proposta appare in contrasto con le disposizioni del regolamento comunale. La vita, le scelte, i valori e le azioni di Giorgio Almirante non sono state in nessun caso, né durante il fascismo, né durante la Repubblica, testimonianza dello sviluppo materiale e civile»: requisito esplicitamente previsto dalla normativa comunale.
Sul piano storico, Giorgio Almirante fu segretario di redazione della rivista «La difesa della razza»; convinto repubblichino in uno stato alleato alla Germania nazista di Adolf Hitler; impegnato in posizioni apicali nella lotta antipartigiana. Il contesto storico di allora vide la contrapposizione feroce di regimi totalitari criminali come quelli fascista, nazista e comunista, ma questo non può giustificare o minimizzare, alla luce dei valori liberali e democratici della nostra costituzione repubblicana, le tragiche scelte degli uomini di allora. Tanto più che Giorgio Almirante mai dichiarò pentimento e dissociazione verso le proprie responsabilità ideologiche, politiche e militari relative a quel periodo storico: nemmeno quando la nuova democrazia repubblicana, che lui aveva combattuto militarmente, gli concesse, nel dopoguerra, di essere eletto più volte nel Parlamento nazionale.
Sul piano politico, riteniamo infine che la proposta di intitolare una via a Giorgio Almirante, quasi contemporanea al lodevole riconoscimento della cittadinanza onoraria veronese alla senatrice Liliana Segre, esponga l'intera città al ridicolo, oltre che alla indignazione, configurando una sorta di grottesca, anacronistica e strumentale compensazione ideologica. Come può la stessa città celebrare, contemporaneamente, la vittima di uno dei più abominevoli regimi politici novecenteschi, quello nazifascista, e intitolare una strada ad uno dei responsabili diretti di quello stesso regime?

Concorde con la nuova associazione culturale anche il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, il proponente della poi approvata cittadinanza onoraria a Liliana Segre. «Questa è la follia dell'amministrazione Sboarina: da una parte il consiglio comunale dà un riconoscimento importante ad una donna coraggiosa che all'età di quasi 90 anni è ancora impegnata in una difficile e pericolosa battaglia contro il i rigurgiti di fascismo e di razzismo che riaffiorano dalle viscere della nostra società; dall’altra parte la giunta che sdogana una figura come quella di Almirante, che di questo razzismo omicida fu un accanito e mai pentito teorico. Con quale logica si può pensare di premiare ad un tempo vittime e aguzzini?».

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