rotate-mobile
Cronaca Sorgà / Via Bosco

Inchiesta di Report sulla discarica a Sorgà: dati contrastanti sulla falda

Il programma di approfondimento di Rai 3 si è occupato della discarica di car fluff autorizzato dalla Regione Veneto in località De Morta vicino ai terreni dove si produce il riso vialone nano Igp

Tra un mese, il Tar si dovrà esprimere sul ricorso presentato dal Comune di Sorgà e da altri enti locali contro la realizzazione della discarica di car fluff nella località De Morta. Realizzazione che dall'aprile scorso è bloccata perché il tribunale amministrativo regionale ha accettato la richiesta di sospensiva depositata dai ricorrenti per ragioni precauzionali. Tutti sono dunque in attesa della decisione del Tar, ma nel frattempo la vicenda ha guadagnato la ribalta nazionale grazie al servizio di Report.

Domenica scorsa, 29 ottobre, è andato in onda nel popolare programma di approfondimento giornalistico di Rai 3 l'inchiesta intitolata "Falda e faldoni" e firmata da Lucina Paternesi. Un'inchiesta che ruota attorno da un interrogativo: come è possibile che la Regione Veneto abbia dato l'autorizzazione alla creazione di una discarica di rifiuti derivanti dalla rottamazione di auto in un territorio dove si coltiva il riso vialone nano? Una domanda che tutti a Sorgà si sono posti, soprattutto dopo il parere negativo della valutazione di impatto ambientale.

Domanda che purtroppo è ancora senza risposta, ma che ha permesso a Lucina Paternesi di ricostruire la vicenda, compresa la provocatoria minaccia del comitato locale dei contrari alla discarica di indire un referendum per il passaggio di Sorgà dal Veneto alla Lombardia. Un passaggio che vedrebbe il passaggio sotto la Provincia di Mantova, la quale si è schierata al fianco del Comune di Sorgà nel suo ricorso al Tar.

Due i passaggi chiave dell'inchiesta di Report. Il primo riguarda il terreno in cui dovrebbe sorgere la discarica. Un terreno privato che è stato acquistato dall'azienda che vorrebbe realizzare la discarica di car fluff, la Rmi di Castelnuovo del Garda, ad un prezzo ritenuto alto. Un acquisto che è avvenuto prima che il progetto, contestato fin da subito dai cittadini, ottenesse il via libera dalla Regione Veneto.
E il secondo argomento saliente è sulla profondità della falda acquifera. In base al progetto presentato dalla Rmi, la falda che permette la coltivazione del riso vialone nano Igp è a cinque metri di profondità. Ma gli accertamenti finanziati dal Comune di Sorgà dimostrerebbero che la falda è molto meno profonda e quindi c'è il rischio che la discarica possa contaminarla.

La Rmi ha constatato la difformità tra i dati in suo possesso e quelli riscontrati dal Comune di Sorgà, lamentando al tempo stesso un'ostilità nei suoi confronti da parte della comunità locale. Difformità che potrebbe essere risolta da degli accertamenti eseguiti dalla Regione Veneto. Accertamenti richiesti nei mesi scorsi dalla consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon e che ora vengono ripetuti dalla consigliera di Europa Verona Cristina Guarda: «Luca Zaia venga con me a testare la reale profondità della falda su cui si regge l’economia di quell’area che tutta Europa ci invidia - ha dichiarato la consigliera regionale - Lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici sotterranei dovrebbe essere verificato dalla stessa Regione, non può attendere che spetti a un piccolo Comune dimostrare che quanto indicato da una azienda privata non corrisponde al vero. Così come non può attendersi che sia l'amministrazione comunale a ricoprire buona parte di quei 5,7 milioni di euro necessari a adeguare il percorso stradale sul quale confluirebbero i mezzi pesanti diretti alla discarica».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta di Report sulla discarica a Sorgà: dati contrastanti sulla falda

VeronaSera è in caricamento