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In zona rossa vietato uscir di casa, ma sì ai viaggi all'estero. Insorge Federalberghi

«Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia», afferma indispettito il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca

Più di mezza Italia si ritrova in zona rossa e a Pasqua sull'intero territorio nazionale è prevista l'applicazione delle norme che caratterizzano tale area di rischio, quella cioè dove le restrizioni sono massime. Sugli spostamenti il regime è severissmo, anche solo per mettere il naso fuori di casa bisogna avere un motivo valido, cioè ammesso dalla normativa, sia esso l'andare al lavoro oppure il recarsi in un vivaio a comprare una pianta o in una libreria per acquistare l'ultimo romanzo del nostro autore prediletto.

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Sta di fatto che, in zona rossa, se fosse vostro desiderio recarvi in montagna oppure al mare in una qualche località turistica vi è rigidamente vietato farlo. Non solo se è vostro desiderio godere di qualche giorno di relax in una Regione diversa dalla vostra, ma anche semplicemete se voleste recarvi in un'altra località interna alla vostra stessa Regione e, ragionando per assurdo, se anche solo voleste uscire di casa vostra per andare in un hotel della vostra stessa città, ebbene questo spostamento da casa all'albergo dovreste giustificarlo o con motivi di lavoro, o con una situazione di necessità, o infine con dei motivi di salute. Questo prevede la zona rossa ed il suo rigidissimo meccanismo che regola la mobilità, soggetta a restrizioni già a livello intracomunale.

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Tuttavia, se anche partendo da un territorio in zona rossa voi voleste recarvi all'estero per trascorrere delle vacanze, quindi compiere uno spostamento con finalità turistiche, è tutto lecito. Certo, non sono disponibili alcune destinazioni, è necessario poi sottoporsi al sistema di regole e procedure previsto in uscita ed ingresso, dall'Italia così come dal Paese di destinazione scelto, ma in ogni caso è ammesso viaggiare verso alcuni Stati esteri di cui all'elenco C dell'allegato 20 del Dpcm 2 marzo 2021. Già ieri abbiamo riportato la notizia della partenza del primo volo "Covid tested" da Milano Malpensa e degli altri voli pronti a decollare anche da Verona con destinazione le isole Canarie, da Tenerife a Fuerteventura.

Tutto bene certo, non fosse che questa logica del transito ammesso sui territori zona rossa per raggiungere destinazioni che non siano soggette a restrizioni sugli spostamenti, e tra queste quelle all'estero, (tale sembrerebbe essere tecnicamente la spiegazione ai sensi del Dpcm), sta creando un vero e proprio effetto paradosso: alle Canarie, territorio non soggettto a restrizioni sugli spostamenti, potete andarci anche transitando su territori italiani soggetti alle restrizioni previste per gli spostamenti, ma da Verona a Cortina o Caorle, o ancora a Jesolo, al contrario non vi è consentito spostarvi, essendo che il luogo di destinazione, poiché è un territorio italiano che al momento è collocato in zona rossa proprio come Verona, è quindi sottoposto a un regime di restrizioni sugli spostamenti.

Il portale istituzionale "Viaggiare Sicuri" che fa capo al ministero degli Affari Esteri, sul tema spiega: «In base alla normativa italiana, gli spostamenti da/per i Paesi dell’elenco C sono consentiti senza necessità di motivazione (fatte salve le limitazioni previste in Italia su base regionale). È sempre possibile che questi Paesi prevedano restrizioni all’ingresso». In sostanza, è possibile che all'ingresso vi venga chiesto di effettuare un tampone o di averne fatto uno in precedenza o disposizioni similari. L'elenco C è molto lungo, si va dalla Spagna (inclusi i territori nel continente africano), alla Finlandia o all'Islanda ed al Principato di Monaco.

Inutile dire che tutto ciò ha creato qualche fastidio, in particolare proprio agli operatori del settore turistico italiano che da mesi ormai si vedono privati dei loro clienti italiani. Un fastidio che ben si evince nella nota stampa divulgata nelle scorse ore da Federalberghi: «Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una Regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia». Questo è infatti stato il commento di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi apprendendo la notizia delle regole sugli spostamenti verso l'estero a ridosso delle vacanze pasquali.

Lo stesso presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha poi aggiunto: «Se è vero come è vero che le persone vaccinate o con tampone negativo sono a basso rischio di contagio, allora questa logica deve essere applicata anche ai viaggi in Italia, così come alla possibilità di frequentare terme, impianti di risalita, riunioni, congressi e manifestazioni fieristiche». Federalberghi chiede dunque ufficialmente nella sua nota che il governo «adotti con urgenza un provvedimento per "liberare" le persone munite di certificazione attestante l’avvenuta vaccinazione o il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone non oltre le quarantottore precedenti il viaggio o il risultato di un test sierologico che dimostri di essere guariti dalla malattia».

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