rotate-mobile
Attualità Torri del Benaco

Ciclovia del Garda, Trento tira dritto. Bigon interroga il Veneto: «Vagliate alternative»

I timori degli ambientalisti sono stati rilanciati dal programma di Rai 3 Report, ma la Provincia Autonoma non vuole rimodulare il progetto. La consigliera PD porta la questione in Regione: «Alcuni tratti sono potenzialmente pericolosi»

I timori sulla ciclovia del Garda, evidenziati anche da una recente inchiesta del programma televisivo Report, non fermano la provincia autonoma di Trento. E pure il Veneto è pronto a tirare dritto, ma la consigliera regionale veronese Anna Maria Bigon chiede un progetto alternativo.

Domenica scorsa, 4 febbraio, il programma di giornalismo investigativo di Rai 3 Report è tornato sul Lago di Garda. Nel suo servizio intitolato "Vista Lago", l'inviata Rosamaria D'Aquino ha fornito aggiornamenti su temi che aveva trattato in passato, come il progetto poi interrotto del ponte ciclopedonale tra Marciaga e Costermano. In più, la giornalista si è occupata della ciclovia del Garda, la grande pista ciclabile ad anello attorno al lago. Una ciclovia su cui le associazioni ambientaliste avevano evidenziato diverse problematiche, soprattutto nel tratto dell'Alto Garda. Dubbi che sono sembrati ancora più fondati dopo la frana di Tremosine, tra la sponda lombarda e quella trentina del lago. Secondo gli ambientalisti, quella frana avrebbe dimostrato la fragilità del territorio su cui s'inserisce il progetto della ciclovia del Garda. Una ciclovia che dunque non sarebbe sicura, oltre ad avere dei costi giudicati spropositati. Rosamaria D'Aquino avrebbe voluto ottenere delle risposte a riguardo dal presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, il quale però si è sottratto alle telecamere e al microfono di Report.

Fugatti, però, non si è sottratto al consiglio provinciale trentino, dove è stata discussa una mozione con cui veniva richiesta una revisione del progetto della ciclovia. Mozione che è stata respinta ed il presidente Fugatti ha spiegato che al momento non ci sono motivazioni tali da giustificare uno stop alla realizzazione dell'opera.

Una posizione indirettamente condivisa dalla Regione Veneto che sulla ciclovia del Garda non ha nessun ripensamento. Anzi, la vicepresidente della Regione Elisa De Berti è stata presente giovedì scorso, 1 febbraio, a Torri del Benaco all'illustrazione del progetto esecutivo del tratto di ciclovia del Garda tra Roccia delle Griselle ad Acque Fredde.
Ma per la consigliera regionale del PD Anna Maria Bigon, il progetto complessivo è tutto da rifare e per questo ha presentato un'interrogazione alla Regione Veneto. «I timori sulla sostenibilità economica e sulla sicurezza dell'attuale progetto per la ciclovia del Garda esistono e sono fondati. Basti pensare ai costi esorbitanti solo per la sponda trentina e alla recente frana che ha comportato la chiusura della Gardesana occidentale. Si vuole dunque sondare ogni possibile alternativa? - chiede Bigon - Il requisito della sicurezza della ciclovia è elemento essenziale e imprescindibile ed in fase di progettazione deve essere esaminato tutto il tracciato della ciclovia, evidenziando punti o tratti potenzialmente pericolosi per la percorrenza ciclabile, per i quali dovrà essere predisposta una analisi del rischio. È chiaro che la frana di fine dicembre sulla sponda bresciana ha aumentato le preoccupazioni di tutti, senza dimenticare le condizioni di forte vento che caratterizza in primo luogo l'Alto Garda e che rendono inutilizzabili i tratti previsti su passerelle. Le caratteristiche geomorfologiche di parte dei siti interessati dal progetto della ciclovia del Garda richiederebbero una particolare cautela, suggerendo la necessità di valutare possibili alternative parimenti sostenibili e in chiave di intermodalità, che possano compendiare al meglio le istanze del territorio e le esigenze di sicurezza».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ciclovia del Garda, Trento tira dritto. Bigon interroga il Veneto: «Vagliate alternative»

VeronaSera è in caricamento