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Veronesi tutti matti, ma qualcuno un po' di più: I mati de Sago

In molte storie non si tratta di una vera pazzia, ma semplicemente di stupidità. Come quella volta che due contadini andarono a chiedere il "giudisio" al vescovo di Verona

"Quei de Sago iè tuti mati perché iè sensa giudisio". Comincia così una delle tante storie che riguardano gli antichi abitanti di Azzago (Sago in dialetto), paese della Valpantena che adesso è una frazione di Grezzana. La loro pazzia è leggendaria nel veronese e raccontata in tantissimi aneddoti. E probabilmente nessuno di questi aneddoti è vero.

Uno dei più famosi è infatti una leggenda che vede protagonisti gli abitanti di Sago, ma la si sente raccontare anche riferita ad altri paesi del Nord Italia e del Centro Europa. È la famosa mucca issata sul tetto di una chiesa per mangiare l'erba che ci era cresciuta. E anche altre storielle sono ambientate a Sago, come anche in altri paesi. In molti casi non si tratta di una e vera e propria follia, ma è semplicemente stupidità. Come gli gnocchi cotti in un pozzo o un'anguria acquistata come uovo di asina. Piccoli racconti satirici, raccontati per prendere in giro gli abitanti di questo o di quel paesino.

Gli abitanti di Sago, narra una di queste storie, hanno anche cercato di rimediare alla loro "pazzia". Si racconta infatti di due contadini di Sago che andarono dal vescovo di Verona per ottenere da lui il "giudisio", così non sarebbero più stati "mati". Il vescovo, per canzonarli, regalò ai contadini una scatoletta, dicendo che al suo interno era contenuto il "giudisio", ma che non avrebbero mai dovuto aprirla prima del loro ritorno a Sago. Allora i due contadini tornano a casa, ma la curiosità e troppo forte, così prima di raggiungere Sago aprono la scatoletta e dal suo interno esce fuori una lucertola che scappa via rapidamente. Ed ecco perché gli abitanti di Sago "iè restè sempre istessi".

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