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Tribunale respinge ricorso di Compago, Zavarise: «Casali e Vanzo operarono bene»

Il consigliere della Lega contro le revoche decise dal sindaco Tommasi: «Fatte non per interesse dell'azienda o dei cittadini veronesi, ma per accontentare il PD»

Come un fiammifero che scatena un incendio; tutta l'attenzione è sull'incendio ed il fiammifero non lo nota più nessuno. E così, nei mesi scorsi, tutta l'attenzione si è concentrata sugli scontri politici che hanno portato alla revoca del presidente di Agsm-Aim Stefano Casali e alla nomina dell'attuale presidente Federico Testa. Mentre la causa che ha originato la questione è passata in secondo piano. Ma non è sparita, anzi, la settimana scorsa la vicenda si è ripresa la ribalta.

Perché l'effetto domino che ha portato alla sostituzione del presidente della più importante azienda controllata dal Comune di Verona è partito da un'operazione d'acquisto congelata. È il cosiddetto "affare Compago", che da affare economico è diventato affare politico. Ed ora è anche un affare legale.
L'operazione economica consisteva nell'acquisto del 35% dell'azienda milanese Compago da parte di Agsm-Aim Energia, società del gruppo Agsm-Aim. L'affare era praticamente concluso e a bloccarlo è stata una decisione del consiglio di amministrazione di Agsm-Aim, con l'esclusione del consigliere delegato Stefano Quaglino. Su quello stop, il sindaco di Verona Damiano Tommasi ha voluto vederci chiaro, ma l'interlocuzione con il cda ha portato ad una rottura del rapporto di fiducia tra il primo cittadino e due consiglieri, il presidente Casali e la consigliera Francesca Vanzo, poi sostituiti da Testa e da Angela Broglia.
Compago, però, non è rimasta a guardare ed ha presentato un ricorso. Ricorso che giovedì scorso è stato respinto dal tribunale di Venezia. Tribunale che ha stabilito la perdita di efficacia del contratto stipulito tra Compago e Agsm-Aim Energia, senza però sbarrare la strada ad un risarcimento che i milanesi potrebbero richiedere all'azienda partecipata dal Comune di Verona e da quello di Vicenza.

Dal tribunale, dunque, non è arrivato nessun giudizio negativo sull'operato di Casali. Una sentenza che per le forze di minoranza in consiglio comunale ha segnato un punto a favore dell'ex presidente. «È sempre più palese che Tommasi ha revocato gli incarichi ai due terzi dell’allora consiglio di amministrazione non per interesse dell'azienda o dei cittadini veronesi, ma solo ed esclusivamente per trovare due poltrone di lusso per chi lo ha sostenuto alle elezioni, in particolare per accontentare il PD - ha dichiarato il consigliere della Lega Nicolò Zavarise - E il suo silenzio maschera inadeguatezza e incompetenza, perché se un sindaco non è capace di distinguere chi lavora per il bene delle sue aziende e chi no, evidentemente dovrebbe fare dell’altro».

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