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Agsm-Aim, Traguardi: «Tommasi collaborativo, Casali e Vanzo poco trasparenti»

Il movimento civico difende il primo cittadino. Mentre il consigliere regionale Valdegamberi agita lo spettro di A2A: «Il PD e i sodali di sempre già preparano nuove trattative. Vorrebbe dire perdere la società che dal 1892 è della città»

Si avvicina il 7 dicembre, giorno in cui si riuniranno i soci di Agsm-Aim per decidere il destino del consiglio di amministrazione dell'azienda. Il sindaco di Verona Damiano Tommasi è ancora intenzionato ad ottenere la revoca del presidente di Agsm-Aim Stefano Casali e della consigliera Francesca Vanzo, mentre lo stesso cda chiede di valutare anche la revoca del consigliere delegato Stefano Quaglino. Nel frattempo la politica locale rimane divisa tra chi sostiene Tommasi e chi invece sta dalla parte di Casali.

Chi difende il presidente di Agsm-Aim accusa il primo cittadino di voler togliere Casali e Vanzo dal cda dell'azienda per poter inserire due nuovi membri a lui più vicini politicamente. «Un meccanismo usato spesso e volentieri dalle amministrazioni comunali precedenti per ripescare i politici rimasti senza poltrona e prendere in giro i cittadini spacciandoli per manager esperti - replicano i consiglieri comunali di Traguardi Beatrice Verzè, Giacomo Cona e Pietro Trincanato - E lo stesso Stefano Casali, che è un avvocato, ci risulta essere stato nominato ai vertici di Agsm-Aim non tanto per i suoi meriti professionali, quanto piuttosto per una precisa scelta politica che potremmo definire consolatoria dopo la mancata elezione in consiglio regionale nel 2020. L'intenzione annunciata da Tommasi era quella di lasciare che il cda della multiutility giungesse alla scadenza naturale, cercando di lavorare in squadra per il bene della città. Il periodo di riflessione e studio dei verbali e delle vicende societarie testimonia le intenzioni pienamente collaborative di Tommasi, il quale ha voluto sentire direttamente gli amministratori coinvolti nella vicenda, per trarre conclusioni solo a ragion veduta. Se ciò non sta accadendo è per colpa delle ripetute omissioni, della mancanza di trasparenza e delle scelte azzardate e lesive dei poteri statutari del socio di maggioranza, il Comune di Verona, perpetrate da Casali e Vanzo. A poco serve ora lamentarsi quando il danno nasce esclusivamente dal comportamento di questi consiglieri di nomina politica».

Casali e Vanzo, però, si difendono, affermando di aver lavorato per il bene di Agsm-Aim. Il presidente dell'azienda ha infatti chiesto una valutazione esterna sull'operazione Compago, attribuendo tutte le responsabilità di quell'affare al consigliere delegato Quaglino. E l'acquisto del 35% della holding milanese Compago da parte di Agsm-Aim Energia non sarebbe stato giudicato vantaggioso. Dal loro punto di vista, la decisione di Tommasi è dunque ingiusta perché il sindaco vuole revocare i loro incarichi nel cda nonostante loro abbia di fatto sospeso un'operazione poi valutata incongra. «Il cda di Agsm-Aim con obbligata prudenza dispone verifiche su l'operazione Compago gestita in prima persona e voluta da Quaglino, per essere certi dei valori e che quindi non vengano buttati soldi dei cittadini veronesi e vicentini. E il sindaco Tommasi cosa fa? Invece di ringraziare per questa ottima prudenza, chiede la revoca dei consiglieri veronesi e non di chi voleva a tutti i costi comprare Compago», ha sintetizzato il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi, secondo cui: «Ora il PD e i sodali di sempre già preparano nuove trattative con A2A che vorrebbe dire perdere la società che dal 1892 è della città. Auspico invece trattative con Dolomiti Energia, con Alperia e le altre società attorno a Verona».

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