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Cronaca San Michele / Via San Michele

«Nel carcere di Montorio mancano agenti di polizia penitenziaria e personale medico»

Dopo le visite del sottosegretario Ostellari e del senatore Scalfarotto, anche il deputato Tosi e la consigliera comunale Bisinella hanno ispezionato la casa circondariale. Ed anche la consigliera regionale Bigon vuole controllare personalmente

Continuano le visite istituzionali nel carcere di Montorio dove i tanti casi di suicidio recentemente avvenuti hanno attirato l'attenzione sulla struttura e sulle sue criticità.

Solo un mese il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari aveva ispezionato la casa circondariale veronese, annunciando delle migliorie che avrebbero reso più sopportabile la detenzione. Migliorie che, al momento, non si sono ancora viste, mentre si sono viste proteste dentro e fuori dal carcere.

La settimana scorsa, il carcere di Montorio è stato visitato dal senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto, il quale ha constatato la presenza reale di svariati problemi, dal sovraffollamento dei detenuti alla carenza di personale di supporto. Problemi che sono stati ribaditi anche martedì scorso, 13 febbraio, dal deputato di Forza Italia Flavio Tosi e dalla consigliera comunale Patrizia Bisinella. I due hanno potuto vedere con i loro occhi la situazione interna alla casa circondariale e si sono confrontati con la direttrice e con i rappresentanti dei sindacati di polizia penitenziaria. «Sono evidenti il sovraffollamento e le conseguenti difficoltà di gestione dei detenuti, in maggioranza con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza - ha dichiarato Bisinella - Alcuni ambienti di spazio comune sono stati migliorati dall’estate scorsa, ma in generale le celle dei detenuti, i bagni e le docce sono fatiscenti, pesantemente danneggiati da muffa e umidità. Servirebbe un grande lavoro di manutenzione generale. Mancano agenti di polizia penitenziaria, oggi costretti a continui straordinari, e mancano psichiatri, psicologi e personale medico, dentistico e sanitario. E serve una presa di coscienza da parte della comunità tutta per aiutare a gestire difficoltà enormi. L'amministrazione comunale deve subito farsi parte attiva con le imprese del territorio per coordinare progetti di lavoro in carcere, per tenere occupati i detenuti durante le ore del giorno e mantenere così più ordine e controllo e per offrire loro opportunità di reinserimento una volta raggiunta la fine della pena».

E una visita l'ha richiesta anche la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, la quale si è offerta per un momento di confronto e di verifica del carcere per il prossimo 21 febbraio. «Occorre rilevare e valutare la situazione sanitaria, a partire da ciò che riguarda la salute mentale - ha dichiarato Bigon - Il carcere non è un ospedale, ma di certo le problematiche delle persone carcerate sono evidenti: basti pensare alle dipendenze, ai disturbi della personalità o, semplicemente, alla mancata accettazione della detenzione. Fattori che in alcuni casi possono portare a gesti estremi. La formazione del personale è fondamentale, anche per quanto riguarda la distribuzione e l'assunzione effettiva di medicinali. Psichiatri, psicologi e medici sono figure indispensabili così come lo sono i servizi educativi e ricreativi. Altro aspetto di rilievo sono i lavori che i detenuti possono eseguire, con l'obiettivo di un loro reinserimento sociale e professionale una volta scontata la pena».

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