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Le Macchine Celibi: «Le paghe ai Musei Civici sono superiori ai 5 euro l'ora»

La cooperativa che gestisce in appalto i servizi di guardiania e accoglienza replica al sindacato Usb: «Sempre disponibili ad incontri». E valuta azioni legali contro la trasmissione di Rai 3 Report

Una modifica di contratto «non peggiorativa» e che garantisce parità di retribuzione. E nessuna porta chiusa in faccia ai sindacati, ma disponibilità al confronto in un clima privo di intimidazioni e minacce. Dopo le recriminazioni dell'associazione Mi Riconosci e del sindacato Usb, la cooperativa Le Macchine Celibi ha trasmesso la risposta con cui intende rettificare alcune informazioni sulle condizioni retributive e di lavoro di una sessantina di dipendenti impiegati in appalto ai Musei Civici di Verona.

Il caso, trattato anche in un servizio del programma di Rai 3 Report, è nato l'estate scorsa e riguarda i lavoratori dei servizi di guardiania e accoglienza dei Musei Civici. Servizio che il Comune di Verona ha affidato a Le Macchine Celibi tramite un gara di appalto vinta dalla cooperativa bolognese. Cooperativa che l'estate scorsa ha modificato il contratto con cui vengono inquadrati i lavoratori, passando dal contratto di tipologia "multiservizi" a quello di "vigilanza". Un cambiamento che, per l'associazione Mi Riconosci e per il sindacato Usb, avrebbe abbassato le paghe dei dipendenti «a 5 euro lordi l'ora». Un'affermazione falsa perché «la retribuzione attuale dei lavoratori dei Musei Civici di Verona è di 7,64 euro per le ore ordinarie e di 10,69 per le ore festive», hanno spiegato dalla cooperativa Le Macchine Celibi. «Nel passaggio effettuato per ragioni organizzative dal contratto multiservizi al contratto vigilanza è stata parificata la retribuzione a quella precedentemente percepita, aggiungendo alla paga prevista un integrativo che rende la retribuzione pari al secondo livello del multiservizi, comprensiva dell’aumento che questo contratto ha avuto nel 2021 - hanno aggiunto dalla cooperativa - È l'inquadramento retributivo di tanti loro colleghi che svolgono analoga mansione di custodia e sorveglianza nei musei italiani».

L'Usb ha inoltre lamentato che Le Macchine Celibi si sarebbe rifiutata di incontrare i rappresentanti del sindacato. «Bisogna ricordare che una rappresentanza sindacale nell’appalto esiste già, è costituita dalla Cgil, che è una associazione titolata a costituirla in quanto firmataria dei contratti di lavoro di cui si parla - è la risposta della cooperativa - Alla Cgil, la cooperativa si è rivolta prima di effettuare il cambio di contratto. E con la Cgil è in corso da tempo un confronto, con il coinvolgimento del Comune, sulle problematiche dell'appalto.
Fatta salva questa doverosa premessa, la cooperativa ha comunque dato la disponibilità a incontrare anche i rappresentanti della sigla Usb».

Da Le Macchine Celibi è anche giunta la motivazione del cambio di inquadramento contrattuale. Una modifica non giustificata da ragioni economiche, visto che la retribuzione dei lavoratori non è stata abbassata. «Il contratto di vigilanza si attaglia alle mansioni di custodia e sorveglianza dell'appalto ed è attualmente il più usato nei musei di Verona - ha dichiarato la cooperativa - È infatti usato per i servizi di biglietteria ed è stato usato per i medesimi servizi di sorveglianza e custodia per la mostra di Caroto».
Le Macchine Celibi ha inoltre specificato che, nel rispetto del codice degli appalti, la cooperativa «adotta, nei sevizi gestiti, sempre e solo contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dalle organizzazioni datoriali e dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative. E il contratto di vigilanza rientra tra questi, essendo stato sottoscritto da Cgil e Cisl, ed è dunque perfettamente legale ed applicabile agli appalti».

E in tutta questa vicenda, il Comune di Verona non è stato uno spettatore attivo. Anzi, martedì scorso la giunta ha approvato l'adesione a Federculture, puntando all'applicazione proprio del contratto nazionale di Federculture per i lavoratori dei Musei Civici. Un'applicazione che trova piena disponibilità nella cooperativa Le Macchine Celibi, se il Comune garantirà la necessaria integrazione economica. «Il Comune di Verona non ha riconosciuto alcun adeguamento prezzi - ha comunicato la cooperativa - né in relazione agli aumenti contrattuali, che pure ci sono stati, né rispetto al dato straordinario di una inflazione arrivata per il 2022 all'11,8% che ha portato all’aumento dei costi di tutte le forniture di beni e servizi che sosteniamo. Questa situazione mette in discussione la sostenibilità economica dell’appalto».

Infine, Le Macchine Celibi sta valutando azioni legali contro Report. «A partire dai citati "4 euro all’ora", dato falso, per proseguire con i lavoratori presentati col viso oscurato "per timore di ritorsioni", dando a intendere un clima di intimidazioni e minacce assolutamente lontano dal vero - ha concluso la cooperativa - Nell'ambito dei musei c’è una rappresentanza sindacale, un rappresentante dei lavoratori, c’è un dialogo, non è stata elevato alcun provvedimento disciplinare, né sospensioni o licenziamenti. Per cui l’immagine che la trasmissione ha voluto dare dell’ambiente di lavoro e delle relazioni è totalmente e inaccettabilmente falsa, lesiva della reputazione della cooperativa, che sta valutando le azioni più idonee a propria tutela».

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