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Verona aderisce a Federculture e va incontro ai lavoratori in appalto dei Musei Civici

La giunta approva l'ingresso del Comune nell'associazione e punta ad applicare il contratto nazionale di Federculture per riconoscere stipendi migliori a chi si occupa di accoglienza, sorveglianza e assistenza nei musei

Verona sarà tra le prime città in Italia ad applicare ai lavoratori dei servizi di accoglienza ai Musei Civici il contratto collettivo nazionale di Federculture, ovvero quello specifico per i lavoratori del settore culturale, in modo da riconoscere loro stipendi dignitosi. La decisione è stata presa ieri mattina, 16 maggio, dalla giunta comunale, su indicazione degli assessori al personale Michele Bertucco e alla cultura Marta Ugolini. Assessori che da mesi sono al lavoro per il riconoscimento di una retribuzione consona a questa tipologia di personale che, a Verona, percepisce attualmente paghe di circa 5 euro l'ora.

Il Comune di Verona sta dunque mantenendo la parola data all'associazione Mi Riconosci, che per prima aveva denunciato il cambio di contratto effettuato dalla cooperativa Le Macchine Celibi, la quale in virtù dell'appalto vinto ha in gestione i servizi di sorveglianza, accoglienza e assistenza al pubblico dei musei scaligeri. Questo mutamento del contratto aveva peggiorato le condizioni di una sessantina di lavoratori, che avevano anche minacciato lo sciopero. Inoltre, lunedì scorso, il caso è stato rilanciato anche da un servizio di Report, il programma di inchieste giornalistiche di Rai 3.
Di fronte a queste sollecitazioni, il primo passo compiuto dal Comune è stato di aderire ieri a Federculture, associazione che ha stipulato un contratto collettivo nazionale che sia dal un punto di vista economico che professionale disciplina la categoria dei lavoratori dei musei. Ora il Comune propone di applicare obbligatoriamente questo contratto, una soluzione che da una parte innalza il costo economico a carico delle casse pubbliche ma dall’altra consente di riconosce uno stipendio dignitoso ai lavoratori.

«In questi mesi, per trovare una soluzione insieme all'assessora Ugolini - ha sottolineato l'assessore Bertucco - ci siamo confrontati più volte sia con Macchine Celibi che con le organizzazioni sindacali. Abbiamo puntato all’applicazione del contratto di Federculture, come chiesto dai lavoratori e dalle lavoratrici. L'adesione da parte del Comune a Federculture è il primo atto. Questo consentirà di avere una serie di consulenze, di interagire con tante altre città italiane che vi hanno aderito. La scelta comporterà un costo maggiore per il Comune, circa 400mila euro all'anno, ma ci garantirà di dare un’adeguata attenzione ai lavoratori e alle lavoratrici che operano nei nostri musei».

«È un tema nazionale - ha aggiunto l'assessora alla cultura Marta Ugolini - Da parte dei lavoratori si lamenta sia il problema del precariato, che spesso viene proposto al posto di soluzioni di lavoro più stabili, sia di modalità inquadramento che sono sotto-mansionati. Si tratta di personale che non si occupa solo di sorveglianza, ma che fornisce anche informazioni sulla città, supportando i turisti».

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