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Interviste

Il vescovo veronese a Tripoli "L'Onu sta sbagliando tutto"

Il prelato attacca la risoluzione delle Nazioni Unite "Gheddafi voleva stroncare Al Qaeda"

"Si parla molto facilmente delle uccisioni fatte dagli uomini del Leader ma è opportuno vedere quante ne sono state fatte e se sono state fatte". Così il vescovo di Tripoli monsignor Giovanni Martinelli, intervenuto a "24 Mattino" su Radio 24, parla di Gheddafi e della guerra in Libia.

Il prelato, originario di San Giovanni Lupatoto, ha definito sbagliata la strategia occidentale dei bombardamenti e ha difeso così Gheddafi: "Lui - ha dichiarato - all`inizio ha avuto una ragione ben precisa per intervenire. Cioè stroncare il fondamentalismo musulmano di Al Qaeda penetrato nella società libica. L`opinione pubblica attinge a ciò che dice Al Jazeera, che non è la verità assoluta. Ci sono forze di Al Qaeda che hanno condizionato Gheddafi a prendere una posizione netta. Ma la soluzione potrebbe essere quella diplomatica e nessuna l`ha tentata, non le bombe".

All`accusa di essere troppo vicino alle posizioni di Tripoli monsignor Martinelli ha risposto: "E' un`accusa di chi non vive in questo Paese. Io convivo con una popolazione che non vuole saperne delle bombe". Ma forse la popolazione vorrebbe anche cambiare il regime? "Non so se spetta a noi decidere queste cose - ha risposto il vescovo - o se è meglio lasciar decidere alla popolazione stessa perché possa prendere un cammino conveniente".

Tripoli continua a essere bersaglio dei bombardamenti Nato. “Il lunedì di Pasqua abbiamo assistito a un bombardamento terribile sulla città, ma questo non ha impedito ai fedeli di essere presenti in chiesa. In particolare sono rimasto impressionato dal numero di filippini che sono venuti, non solo per pregare ma anche per incontrarsi e per stare insieme". Il vicario apostolico di Tripoli ribadisce la propria amarezza per il fatto che non si voglia trovare una via pacifica alla risoluzione della crisi: “le Nazioni Unite hanno deciso di fare la guerra e non ammettono più il dialogo come mezzo per risolvere le controversie. Tutti vogliono continuare a perseguire la soluzione delle bombe. È una cosa triste, terribile, anche perché non cambierà niente. È una sconfitta per l’umanità”.

Circa la decisione delle autorità di Tripoli di coinvolgere le tribù locali al fine di mediare per una via di uscita dalla crisi nella città di Misurata, da settimane al centro di un drammatico confronto tra i ribelli e le forze regolari, e dove la situazione dei civili è drammatica, monsignor Martinelli commenta: “Penso che sia la cosa più ragionevole, anche perché la crisi libica non si limita alla sola persona di Gheddafi, ma coinvolge tutto un sistema di relazioni. Non ci si dovrebbe limitare a Misurata, si dovrebbe trovare un modo di coinvolgere le tribù nel dialogo anche nel resto della Libia”.

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