Province, si cerca la "via veneta" da portare a Roma
Dalla riunione dell'Urpv di oggi il presidente Miozzi intende uscire con un documento unitario
Il disegno di legge costituzionale, secondo quanto riferito dal ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli agli amministratori delle Province leghiste che si sono riuniti ieri alla Villa Reale di Monza, prevede espressamente all'articolo 2, un secondo comma che inizialmente non era stato divulgato, e che introduce la figura degli "enti di area vasta" con l'elezione diretta di un presidente e un Consiglio scelto dalle Regioni e che potrebbe essere anche un'assemblea dei rappresentanti dei sindaci. L'introduzione di questo Ente intermedio tra Comune e Regione è stato reso noto da Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso e dell'Unione delle Province del Veneto all'uscita dall'incontro di Monza.
I due progetti coincidono per la gran parte. Miozzi ha già incassato l'assenso della presidente della Provincia di Padova Barbara Degani, sua compagna di partito nel Pdl, e del presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Michela Virgili, del Pd. I quattro leghisti, invece, sono un'incognita. Il punto interrogativo risiede soprattutto nella modalità di elezione del presidente di questa confederazione. Ancora non si sanno le intenzioni del governo perché il testo del decreto non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L'importante è arrivare giovedì 15 settembre con un documento unitario a Roma, quando l'Upi, l'Unione delle Province Italiane, deciderà il da farsi. Si potrebbe arrivare a una "via veneta" adottata in tutta Italia.