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Anno nero per le ciliegie: i prezzi sono in picchiata

Da Tregnago arriva l'allarme: le quotazioni sotto ai minimi del 2006

Le ciliegie non pagano. A dirlo sono i dati che escono dalla quarantanovesima mostra provinciale della ciliegia veronese di Tregnago: i prezzi sono infatti scesi al di sotto dei livelli del 2006. E non è tutto. Per la mora e le altre varietà della collina e della montagna veronese sono davvero tempi duri: finché piove non si può raccogliere e intanto i frutti maturano sugli alberi. Nella zona pedo-collinare, la campagna è ormai avanzata, il rischio di danni seri alle colture è quindi reale, meno preoccupante è la situazione per i frutti dell'area di San Giovanni Ilarione, dove la campagna è appena iniziata. Inoltre, le ciliegie, con l'acqua si crepano attorno al picciolo, aprendo al strada a malattie e marciumi , che ne potrebbero compromettere la commercializzazione. “Commercializzazione – ha commentato il Direttore di Coldiretti, Pietro Piccioni, partecipando alla premiazione della Ciliegia d'oro – che avviene non si capisce bene sulla base di quali criteri, dato che prodotti di qualità superiore che abbiamo potuto apprezzare in mostra in questi giorni, spuntano alla produzione, al massimo 1,30 euro al chilo contro i 2,30 dello scorso anno, quando al consumo si va anche sui 5 euro al chilogrammo. All'agricoltore va una minima parte del valore aggiunto di filiera, quando sapore, profumo, colore e croccantezza, ce li mette solo lui”. Le 2000 aziende che coltivano 1882 ettari del rosso frutto nella fascia pedemontana e nell'alta pianura fanno i conti con un drastico calo della produzione che si aggiunge alle annose condizioni in cui versa il mercato: un'offerta frammentata, i mercati alla produzione sono ben nove, la carenza di attrezzature per la conservazione e il condizionamento, e la tendenza ad eradicare gli alberi per passare a coltivazioni più redditizie, quali la vite. “Si va perdendo una coltura della tradizione perché non siamo in grado di darle un'identità, di legarla al territorio – continua Piccioni – un vero peccato sia per le possibilità di integrazione del reddito che potrebbe garantire in condizioni di mercato normali, ma anche perchè ha un suo ruolo di tutela dell'ambiente”. I prezzi rilevati da Coldiretti Verona nei nove mercati della provincia hanno registrato andamenti altalenanti con oscillazioni sensibili che si muovono in un range tra 0,90 e gli 1,30 al chilogrammo quando, ancora nel 2006 si registravano quotazioni oscillanti tra gli 1,20 e i 3,20 euro al chilogrammo. Andamenti che che si verificano anche direttamente agli intermediari commercili più a valle dei mercati alla produzione. Le forti oscillazioni dei prezzi dipendono in modo sensibile anche dal numero di venditori ed acquirenti e quindi dalla quantità raccolta giornaliera.

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