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L'"intervento militare" in Ucraina e lo "scontro di civiltà", la coerenza e il rispetto di Vito Comencini

Il deputato leghista diserta l'audizione del presidente ucraino Zelensky, ma partecipa ad una conferenza pubblica organizzata a Verona da associazioni filo-russe

«Per porre fine al conflitto in Ucraina il massimo sforzo deve essere concentrato e rivolto al fronte diplomatico, non certo all'invio di nuove armi». Resta della sua idea, il deputato veronese Vito Comencini. E non ci si poteva aspettare altro da un uomo che ha sempre rivendicato la propria coerenza. Come se la coerenza fosse davvero una qualità morale, quando invece l'essere coerenti o incoerenti non hanno niente a che vedere con il bene o con il male.

Ma qui non si parla di etica. Qui si parla di Vito Comencini e delle sue scelte. Quella che ha fatto più discutere è di due giorni fa, 22 marzo, quando il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato ai deputati e ai senatori del Parlamento italiano. Da un mese l'Ucraina è invasa dall'esercito russo ed i parlamentari hanno ascoltato le parole di Zelensky, anche solo per dimostrare solidarietà e compassione nei confronti di una popolo che vive da settimane sotto le bombe. Ma Vito Comencini, due giorni fa, in Parlamento non c'era. Ha disertato la seduta, per coerenza.
Ieri, però, non ha disertato l'audizione dell'ambasciatore italiano in Ucraina Pier Francesco Zazo, intervenuto nella seduta congiunta delle commissioni parlamentari di affari esteri e difesa. Zazo ha fornito sviluppi sul conflitto in atto in Ucraina ed «è stato molto interessante e proficuo sentire la sua analisi della situazione», ha commentato Comencini.

Perché Comencini vuole la pace, come tutti. Ma forse la pace che vuole Comencini non è la stessa pace che vuole Zelensky. Perché Comencini è coerente ed è anche rispettoso. E non ha voluto ascoltare Zelensky per non mancare di rispetto alla «popolazione del Donbass, che ho sempre sostenuto e che in questi ultimi otto anni ha subito una enorme tragedia - ha spiegato il deputato leghista -. Una terra martoriata, in cui sono stato due volte e che ho conosciuto molto da vicino». Ora però tutta l'Ucraina è martoriata, non solo il Donbass. D'accordo portare rispetto e aiuti alla popolazione del Donbass, ma merita lo stesso rispetto anche il resto della popolazione ucraina, sottoposta ad un attacco che da decenni non si vedeva in Europa.

Vito Comencini non ascolta Zelensky. L'ambasciatore Zazo sì, lo ascolta, ma Zelensky no. E tre giorni prima dell'intervento del presidente ucraino in Parlamento, Comencini ha partecipato ad un altro incontro, a Verona. Una conferenza pubblica organizzata da alcune associazioni filo-russe e dal comitato Veneto Indipendente. Durante questo evento, Comencini ha sottolineato che «l'intervento militare in Ucraina ha rappresentato per la Russia l'estrema ratio dopo oltre otto anni di tentativi di trovare una soluzione diplomatica al conflitto in Donbass». Comencini ha inoltre ripetuto tutte le giustificazioni finora usate dalla Russia e cioè che quello di Piazza Maidan è stato un colpo di stato ordito da Stati Uniti e Nato, con lo scopo di piazzare basi militari in Ucraina contro la Russia. L'invasione sarebbe dunque stata la conseguenza di un rifiuto: la Russia chiedeva che l'Ucraina non entrasse nella Nato e su questo non è stato trovato accordo.
Ma questo non è tutto. Perché Comencini, nel motivare la sua assenza all'audizione di Zelensky, ha aggiunto: «Non rinnegherò mai quei valori che hanno guidato fino ad oggi la mia attività politica e che mi hanno portato ad essere dove sono oggi». E quali sono questi valori? Durante la conferenza pubblica filo-russa, infatti, Comencini ha spiegato che: «Quello in atto è uno scontro di civiltà tra i valori in cui la nuova Russia post sovietica si riconosce, i millenari valori tradizionali cristiani, e gli anti-valori portati avanti dagli Stati Uniti di Biden e dalla maggior parte dei governanti europei ormai totalmente scristianizzati».
Ideali, quelli di Comencini, condivisi da chi lo sostiene, tra cui anche il candidato sindaco Alberto Zelger, lesto nel mostrare solidarietà al deputato contro chi «vuole condannare a priori una parte rispetto all'altra ed ha preferito fomentare l'odio inviando armi, anziché promuovere un'azione di pace». L'impressione, però, è che Comencini stia promuovendo la "pace" richiesta dalla Russia di Putin, che non trova d'accordo un popolo che vuole la propria sovranità come quello ucraino.

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