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Aggressione a Nonis fuori dallo stadio, è polemica sulla sicurezza. Il Pd attacca: «Non è un caso isolato»

I consiglieri dem a Verona parlano di una vera e propria «caccia al pubblico ospite di tribuna» da parte di «pseudo-tifosi dell’Hellas» e chiedono un intervento del sindaco al «tavolo sulla sicurezza». Sboarina però replica alle opposizioni: «Parlano a vanvera, perdono tempo nell’attribuire al sindaco poteri che non ha»

Pronti via, la serie A è da poco iniziata, il pubblico è tornato a sedersi sugli spalti degli stadi italiani e, dopo sole due giornate di campionato, a Verona si è prepotentemente riacceso il dibattito che vede al centro alcune frange della tifoseria gialloblu. L'episodio di venerdì sera, dopo la sconfitta dell'Hellas Verona contro l'Inter, denunciato dal giornalista, conduttore televisivo e personaggio sui social El Bekér Fabrizio Nonis, è ormai divenuto un caso nazionale. Nonis era arrivato in città per seguire la partita al Bentegodi, ha raccontato di aver mangiato una pizza a San Zeno perché voleva salutare l'amico chef Perbellini, poi è andato allo stadio con suo figlio poco più che ventenne e all'uscita, mentre si recavano verso la propria auto, si sono imbattuti in un gruppetto di persone poco raccomandabili ed identificabili come «ultras dell'Hellas». Uno di questi lo ha spedito al pronto soccorso, non senza rifilare un paio di schiaffoni anche al figlio. Il motivo? Comunque la si voglia girare, non ve n'è altro che il desiderio gratuito di menar le mani a casaccio contro degli inermi, probabilmente per sbollire i rancorosi turbamenti dovuti alla seconda sconfitta di fila della propria squadra. Questo non è sport, è delinquenza.

Il gastronomo e conduttore tv Fabrizio Nonis: «Aggredito fuori dallo stadio dopo Hellas Verona-Inter»

Prevedibile e scontato che a fronte di un simile episodio si sia sollevato in città uno sciame di reazioni anche a livello politico. Una posizione molto netta al riguardo è stata presa dal consigliere comunale Flavio Tosi, il quale scrive sui social: «Ho sentito al telefono Fabrizio Nonis, che conosco e stimo da anni. Chi, venerdì sera, fuori dallo stadio, ha picchiato lui e il figlio merita la galera. Quelli non sono tifosi, - ha dichiarato ancora Flavio Tosi - non è stata una rissa tra opposte fazioni, ma si tratta di pericolosi delinquenti da strada che vanno in giro a picchiare deliberatamente persone inermi e tranquille. Spero che Digos e forze dell'ordine li consegnino alla giustizia. Fabrizio Nonis è una bella persona, seria, perbene, educata. Un padre di famiglia». 

Alcuni video che circolano via WhatsApp riferiti ad episodi fuori dal Bentegodi il 27 agosto 2021

Dal Consiglio comunale di Verona si sono nel frattempo levate anche altre voci critiche e preoccupate, in particolare sono stati i consiglieri di minoranza del Pd Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Federico Benini a sottolineare come «le violenze che hanno colpito il famoso giornalista assieme al figlio simpatizzanti dell’Inter non appaiono purtroppo un episodio isolato». In tal senso, infatti, sono gli stessi esponenti dem veronesi ad evidenziare che «dalle segnalazioni ricevute, di persona o attraverso i social, emerge infatti che quella scatenata venerdì sera da uno o più gruppi di pseudo-tifosi dell’Hellas fuori dal Bentegodi è stata una vera e propria caccia al pubblico ospite di tribuna». I consiglieri del Pd ricordano dunque i «molti racconti di famiglie (tipicamente padri con figli minori) che sono state importunate da questo tipo di sedicenti tifosi, aggredite verbalmente e tacciate di essere non gradite in quanto non appartenenti al tifo veronese. Il clima era talmente pesante da suggerire di nascondere loghi e gadget che non fossero quelli dell’Hellas in un clima di crescente tensione e paura». La Paglia, Vallani e Benini fanno quindi sapere di voler presentare «un interpello al Prefetto» per chiedere «se queste nostre informazioni trovino riscontro anche nei rapporti di polizia oltre che in termini di denunce». 

Non è tutto, però, poiché al centro della polemica ci è finito pure lo stesso sindaco di Verona Federico Sboarina, il quale già domenica a seguito della denuncia di Nonis aveva contattato quest'ultimo per esprimergli solidarietà, oltre che condannare l'aggressione e l'episodio di violenza. Ma secondo gli esponenti dem Elisa La Paglia, Stefano Vallani e Federico Benini le parole del sindaco Sboarina «sono state vaghe e deboli», pertanto lo stesso primo cittadino scaligero viene invitato «a prendere atto della realtà e di una vergogna che infanga il nome della città e della società sportiva», quindi ad approfondire «le dinamiche delle violenze di venerdì sera al tavolo sulla sicurezza» e a predisporre «assieme alle forze dell’ordine, le contromisure necessarie». Sul punto specifico non si è fatta attendere la replica da parte del sindaco Federico Sboarina, il quale ha rispedito al mittente le critiche: «Il Pd e le minoranze in Consiglio comunale brillano sempre per inconsistenza. Di fronte a un fatto grave come l’aggressione di venerdì perdono tempo nell’attribuire al sindaco poteri che non ha. Parlano a vanvera di tavolo della sicurezza e di contromisure che io dovrei predisporre insieme con le forze dell’ordine. Qui non siamo nel Far West dove ognuno si fa giustizia da solo, il Pd riesce solo ad offendere il grande e prezioso lavoro della questura e della Digos che, senza bisogno dei loro consigli o dei miei, sa benissimo cosa fare. E lo sta facendo egregiamente».

Sboarina condanna l'aggressione fuori dal Bentegodi, l'Hellas Verona: «Solidarietà a Fabrizio Nonis e suo figlio»

Sulla questione della sicurezza legata alle frange violente della tifoseria gialloblu è intervenuto nelle scorse ore anche il consigliere comunale Michele Bertucco, criticando a sua volta le «parole generiche del Sindaco "contro ogni violenza"», dalle quali secondo Bertucco «emerge l’assoluta incapacità di mettere anche soltanto a fuoco il problema, che esiste, non riguarda tutti i tifosi veronesi, ma è chiaramente incistato nel tifo calcistico della città». In merito Bertucco ha chiesto che a Verona si cambi strategia, proponendo di rivolgersi «direttamente al tifo organizzato veronese per chiedere e, nel caso, pretendere, che i violenti vengano isolati e allontanati». Lo stesso Michele Bertucco non ha poi lesinato un'ulteriore frecciata polemica: «La politica scelga, tra raccattare qualche voto tra le frange violente o attuare una politica di sicurezza e decoro a beneficio di Verona e della sua immagine nel mondo»

Dal canto suo il primo cittadino di Verona Federico Sboarina ha ribadito che «la questione "sicurezza", anche allo stadio, è da sempre la mia priorità e su questo settimanalmente ci confrontiamo nel "Comitato ordine pubblico" in prefettura. Poi - ha aggiunto sempre il sindaco Sboarina - ognuno fa il proprio mestiere, il mio è quello di difendere il buon nome della città. L’ho fatto con parole né vaghe né deboli, ma con una ferma condanna della violenza. Ho condannato in modo chiaro un atto inaccettabile e ingiustificabile, che non appartiene al mondo dello sport veronese». Il primo cittadino di Verona, in conclusione, ha aggiunto: «Ho fatto anche di più, ho chiamato Fabrizio Nonis per dare la solidarietà di Verona, invitandoli a tornare. Lo stesso Nonis mi ha confermato che il suo giudizio sulla nostra città non cambia. Le indagini sono in corso e la cosa migliore che i consiglieri eletti potrebbero fare è di lasciar lavorare chi il proprio mestiere lo sa fare».

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