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«Nei processi per mafia nel Veronese anche i Comuni si costituiscano parte civile»

Regione Veneto e Cgil riceveranno risarcimenti dopo le prime condanne del processo Taurus sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in provincia di Verona. Facincani (PD): «Mi sarei aspettato maggiori reazioni da parte dei sindaci del territorio»

Ieri, 5 luglio, si è celebrata a Venezia un'udienza importante per il cosiddetto processo Taurus, ovvero il procedimento a carico degli imputati coinvolti nell'operazione contro le infiltrazioni della 'ndrangheta nel territorio regionale ed in particolare in quello della provincia di Verona. A meno di un anno dagli arresti, ieri sono state decise le prime condanne ed i risarcimenti alle parti civili. Attraverso un processo con rito abbreviato sono stati condannati 24 imputati, mentre altri 6 avevano scelto la via del patteggiamento. Sommate tra loro, questa 30 condanne superano i 100 anni di reclusione. Inoltre, altri 53 accusati non hanno presentato richiesta per un rito alternativo al processo e sono stati rinviati a giudizio. Saranno giudicati a Verona a partire dal prossimo 8 novembre.

E queste prime condanne per associazione mafiosa sono diventate anche argomento di discussione politica a Verona. Il Partito Democratico ha commentato attraverso il suo segretario provinciale Maurizio Facincani: «La presenza ramificata della malavita di stampo mafioso nel Veronese non può più essere considerata una diceria, ma va presa per quella che è: un dato di fatto. Il tema della difesa e della promozione della legalità che finora ha trovato spazio soltanto tra le forze politiche più sensibili deve pertanto diventare patrimonio comune e azione amministrativa concreta e costante di tutte le istituzioni locali, dal più piccolo dei comuni scaligeri fino al capoluogo. Bisogna prendere atto che le inchieste della magistratura e delle forze dell’ordine hanno soltanto scoperchiato un mondo fatto di crimini, vessazioni e inquinamento dell’economia locale che in tanti sul territorio conoscevano fin troppo bene ma che in troppi hanno taciuto per connivenza o per falso senso di immunità. Ed è proprio grazie a questa omertà e a questo falso senso di sicurezza che i metodi mafiosi attecchiscono al Nord come al Sud raggiungendo le aziende e la pubblica amministrazione, inquinando l'economia, la politica e il mercato del lavoro. Mi sarei aspettato maggiori reazioni ad esempio da parte dei sindaci del territorio, a partire da quello del capoluogo, perché chi si occupa della cosa pubblica e ha a cuore il benessere dei propri cittadini dovrebbe trarre le conseguenze di un pericolo che non solo non è stato scampato ma, anzi, è purtroppo ben presente sul nostro territorio».
Mentre il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco si è concentrato sul fatto che per la prima volta saranno risarcite la Regione Veneto e la Cgil, che si erano costituite come parti civili nel processo. «Al di là del valore venale del risarcimento, il dispositivo rappresenta un implicito invito agli enti locali a costituirsi parte civile in questi processi, cosa che il Comune di Verona non ha fatto adducendo motivazioni di una superficialità disarmante e inaudita - ha dichiarato Bertucco - Nella risposta data dall'Avvocatura civica (e sottoscritta dal sindaco) sul perché il Comune non si fosse costituito parte civile nel processo relativo all'inchiesta Isola Scaligera (che è speculare al processo Taurus) si legge che "non si ravvisa legittimazione in capo al Comune per la costituzione di parte civile, in quanto l'eventuale illecito non ha recato danno all'ente locale". Un abbaglio tremendo, dal punto di visto politico prima ancora che legale o amministrativo. Bisogna quindi lavorare perché questi errori non accadano più e affinché il sindaco ne renda conto ai cittadini. La costituzione di parte civile nei processi di mafia afferenti al proprio territorio di competenza è un atto doveroso».

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