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Cronaca Sommacampagna

'Ndrangheta in provincia di Verona dai primi anni '80: l'operazione scattata all'alba

Secondo i carabinieri un'associazione ‘ndranghetistica, riconducibile a quattro famiglie, era stanziata a Sommacampagna dal 1981 ed avrebbe esteso le sue ramificazioni a Villafranca, Valeggio sul Mincio, Lazise e Isola della Scala

Diversi cittadini nelle prime ore di mercoledì, soprattutto nella zona del Villafranchese, sono stati svegliati dal suono di un elicottero che sorvolava la zona. Faceva parte dell'operazione dei R.O.S. (Raggruppamento Operativo Speciale) dei carabinieri, scattata con il supporto dell'Arma competente sui relativi territori, che oltre al Veneto ha riguardato Emilia Romagna, Lombardia e Calabria. 
I militari hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del tribuale di Venezia su richiesta della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia), nei confronti di 33 indagati accusati di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, rapina, usura, ricettazione, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, furto aggravato, favoreggiamento, violazione delle leggi sulle armi, con le aggravanti mafiose previste dall’articolo 416 bis-1 del codice penale. 
Inoltre sono stati notificati più di 100 avvisi di garanzia ed effettuate numerose perquisizioni, oltre a sequestri di mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. 

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Secondo quanto riferito dall'Arma, i provvedimenti nascono da un'attività investigativa partita nel 2013, anche con il riscontro delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, per ricostruire un traffico di droga diretto verso il Veneto e successivamente ampliata per accertare l’eventuale presenza in quella regione di strutture legate ‘ndrangheta. 
Le indagini, riportano sempre i carabinieri, avrebbero consentito di accertare la presenza di una associazione ‘ndranghetistica stanziata a Sommacampagna almeno dal 1981 e riconducibile alle famiglie Gerace, Albanese, Napoli e Versace, originarie della piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria e con ramificazioni in diversi comuni della provincia di Verona: Villafranca, Valeggio sul Mincio, Lazise e Isola della Scala
Stando a quanto riportato dalle forze dell'ordine, sarebbero emersi importanti elementi di responsabilità di partecipazione all'associazione mafiosa, con un'articolata divisione dei compiti al suo interno, oltre ad una connessione con il “Crimine di Polsi” in Calabria, che per gli investigatori confermerebbe ulteriormente il carattere unitario della ‘ndrangheta.

Le indagini avrebbero anche evidenziato concreti elementi di un'ostinata capacità di intimidazione e conseguente assoggettamento delle vittime, che sarebbe stato realizzato nel tempo attraverso la commissione di un sistematico e rilevante numero di reati (in particolare estorsioni ed usura), acclarando anche la realizzazione di un vorticoso giro di false fatturazioni per operazioni inesistenti. Inoltre sarebbero stati documentati diversi episodi di riciclaggio, che secondo gli inquirenti avrebbero avuto luogo attraverso società di cui i formali titolari si servivano, avvalendosi anche della complicità dei loro interlocutori, per trarre il proprio personale tornaconto. 

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Dal quadro emerso dalle indagini le forze dell'ordine ipotizzano la capacità del sodalizio di acquisire, direttamente o indirettamente, la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori (in particolare costruzioni edili e movimento terra, impiantistica civile ed industriale, servizi di pulizia e di affissione della cartellonistica pubblicitaria, commercio di autovetture e materiali ferrosi, nonché trasporti su gomma) anche in collegamento con individui vicini alla cosca Grande Acri di Cutro (provincia di Crotone) stanziali nella provincia di Verona.
Gravi elementi infine sarebbero emersi in ordine alla gestione, da parte degli indagati, di un traffico di stupefacenti che sarebbe stato sviluppato nel veronese attraverso due canali di approvvigionamento: uno in Calabria e l’altro facente capo ad appartenenti a gruppi criminali albanesi e sloveni. Grossi quantitativi di cocaina e marijuana sono stati infatti sequestrati nel corso delle attività. 

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