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Verona e l'inquinamento dell'aria. Alessia Rotta: "Serve un'azione forte"

La deputata del PD lamenta lo stallo per il progetto del filobus e il consigliere comunale Michele Bertucco parla di stagnazione sulle politiche ambientali cittadine

L'ultimo rapporto di Legambiente sull'ecosistema nelle città italiane non poteva che rilanciare la polemica sull'inquinamento dell'aria a Verona. È vero che rispetto all'anno precedente Verona è risalita in classifica ed è vero anche che le ultime piogge di ottobre hanno temporaneamente migliorato la qualità dell'aria. Ma è anche vero che se non piove la concentrazione delle polveri sottili fa presto a risalire e anche quest'anno nel capoluogo scaligero è stato superato il tetto dei 35 giorni all'anno in cui poter andare oltre la soglia dei 50 microgrammi di PM10 per metro cubo di aria. Ed è per far fronte a questa situazione che l'opposizione cittadina chiede risposte.

Per ora i provvedimenti annunciati sono solo dei palliativi mentre abbiamo bisogno di un'azione forte e coordinata per realizzare un piano di trasporto pubblico efficiente - ha scritto Alessia Rotta, deputata veronese del PD - La mobilità sostenibile nella nostra città è al palo, insieme alla realizzazione del filobus che aspettiamo da anni. Con il progetto siamo ancora in alto mare purtroppo e, fin tanto che il progetto non è completo e validato, il ministero non elargisce il finanziamento. Bisogna che Amt dia un out out all'Ati per completare il progetto e presentarlo nel più breve tempo possibile a Roma. Il tempo passa e i veronesi aspettano ancora che gli venga restituito un sistema di trasporto pubblico all'altezza.

E di stagnazione parla anche il consigliere comunale Michele Bertucco.

La rete ciclabile è sulla carta ampia ma nei fatti poco praticabile, la qualità dell’aria resta pessima, la gestione dell'acqua lascia a desiderare malgrado i sacrifici richiesti in bolletta ai cittadini, la gestione dei rifiuti è lontanissima dagli obbiettivi regionali e nazionali e la cementificazione del territorio è proseguita senza dare alcuna risposta ai problemi pregressi - è la valutazione di Bertucco - Se davvero si vuole rimediare a questa situazione, occorre riprendere dalla pianificazione di base, con una politica urbanistica coerente con gli obiettivi di sostenibilità che il contesto europeo ci chiede. Occorre adottare al più presto i piani del traffico in linea con le aspirazioni e le potenzialità della città che non merita di dover attendere la pioggia per sperare di respirare un poco meglio. Sui rifiuti va finalmente applicato il piano di estensione del porta-a-porta anche ai grandi quartieri.

L'amministrazione Sboarina, intanto, ha studiato dei Mobility Days, una serie di domeniche con la chiusura al traffico di un'ampia porzione del centro cittadino anche oltre la Ztl. Una proposta appoggiata dall'associazione VeroCentro, guidata da Michele Abrescia.

Chiudere il centro alle auto significa aprirlo alle persone - ha detto Abrescia - Per tale motivo tutto il traffico proveniente da altre città va convogliato nei parcheggi scambiatori vicino ai caselli autostradali, collegati da mezzi pubblici elettrici. Il traffico cittadino va ridotto favorendo l'utilizzo dei nuovi parcheggi al di fuori della Ztl. In questa direzione, andrebbe limitata l'apertura della Ztl alla fascia della mattina, da lunedì a venerdì e va attivato al più presto il rfid per i veicoli commerciali.

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