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Nel giorno del lutto per Giulia Cecchettin, Valdegamberi: «Telenovela nazionale»

Nuovo controcanto del consigliere regionale che ha definito il funerale delle 22enne veneta «uno show mediatico senza precedenti». Zaia si dissocia, per +Europa sono «parole indegne» e il PD attacca: «Valdegamberi tradisce il suo mandato»

È un controcanto continuo quello del consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi. Un controcanto che non si è interrotto neanche ieri, 5 dicembre, nel giorno del funerale di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta.

Il femminicidio della studentessa veneta ha scatenato manifestazioni in tutta Italia e prese di posizione forti sul tema della violenza sulle donne. Prese di posizione espresse anche dalla stessa famiglia Cecchettin. Nei giorni successivi al ritrovamento del corpo di Giulia, la sorella Elena Cecchettin si è scagliata contro quella che lei ha definito «cultura patriarcale». Mentre durante il funerale, il padre Gino Cecchettin ha dichiarato: «Il femminicidio è figlio di una cultura sbagliata, che svaluta la vita delle donne». E rivolgendosi a tutti gli uomini ha chiesto di evitare «che questa cultura venga minimizzata».
Ma per Stefano Valdegamberi la violenza sulla donne ha un'origine diversa. Ed il consigliere regionale lo ha dichiarato subito, replicando ad Elena Cecchettin e rischiando l'isolamento politico, visto che oltre alle prevedibili critiche degli schieramenti avversi anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia si è dissociato.

L'ondata di ostilità non ha però fatto cambiare idea a Valdegamberi, sempre più convinto che quella contro il patriarcato sia una «crociata ideologica». Convinzione ripetuta ieri, nel giorno del lutto regionale per Giulia Cecchettin, sia in consiglio regionale che in un'intervento pubblicato dal portale AffariItaliani.it.

Ieri, infatti, si è riunito il consiglio regionale del Veneto. L'assemblea non si è tenuta al mattino per rispettare il lutto durante la cerimonia funebre di Giulia Cecchettin. L'inizio dei lavori è slittato alle 14 ed il punto principale all'ordine del giorno è stata la risoluzione unitaria presentata per onorare la memoria della 22enne di Vigonovo e per fare in modo che la sua morte non risulti vana.
«La tragedia di Giulia Cecchettin. Una condanna unanime della violenza sulle donne: si rafforzino le iniziative per contrastare ogni violenza ed ogni discriminazione di genere», questo il titolo della risoluzione che è stata approvata all'unanimità dai consiglieri. E quindi anche da Valdegamberi, il quale ha però riaffermato le sue idee durante il suo intervento in aula. Il consigliere del Gruppo Misto ha additato come causa della violenza di genere «la mancanza del ruolo paterno, con i genitori iperprotettivi e incapaci di dire anche dei "no". Non è il patriarcato il problema, ma l’assenza di modelli educativi e valoriali della società. Al rispetto si educa con i "no" e con gli esempi». E, in sintesi, Valdegamberi ha aggiunto: «L'agghiacciante tragedia di Giulia ha scosso fortemente tutti e bisogna stare attenti perché spinti dalla foga propagandistica ed ideologica che ha preso il sopravvento si rischia di far passare ciò che è la causa del problema come fosse la soluzione. E si rischia di aggravare il disordine spianando, magari involontariamente, la strada alla teoria del gender. Credo che sia più utile rieducare i genitori a recuperare il dialogo con i figli. Dedichiamo risorse perché le famiglie recuperino il ruolo educativo che viene sempre più a mancare. E proporrei nei curricula scolastici premialità per chi fa volontariato, per chi si occupa del bene degli altri e della società: queste sarebbero azioni utili».

E già questo suo intervento in aula aveva fatto sollevare qualche sopracciglio. Ma la vera indignazione è stata creata quando Affariitaliani.it ha pubblicato a firma di Alberto Maggi un articolo in cui vengono riportate alcune parole di Valdegamberi. Parole che comunque non sono una novità perché, già domenica scorsa, il consigliere aveva scritto su Facebook: «Lo show mediatico continua come in una telenovela e diventa affare di Stato. Vedo molta ipocrisia, vedo voglia di sdoganare prese di posizione ideologiche come fossero le soluzioni al problema quando invece sono parte della causa. Nella tensione emotiva del bombardamento mediatico senza precedenti si offusca la razionalità e i manipolatori conducono la massa dove si vuole». Ma è nell'articolo di Alberto Maggi che Valdegamberi è più chiaro e dichiara: «Ne sono state ammazzate tante di ragazze e di donne e nessuno ne parla mentre le televisioni stanno facendo diventare questo caso una telenovela nazionale», riferendosi ovviamente all'uccisione di Giulia Cecchettin, i cui funerali «trasmessi in diretta da molte tv nazionali» sono per il consigliere veronese «uno show mediatico senza precedenti». Aggiungendo poi ancora: «Temo che l'obiettivo sia quello di enfatizzare questo caso, senza dubbio gravissimo, strumentalizzarlo e far approvare qualche legge assurda come l'educazione sessuale nelle scuole, dimenticandoci che il problema è un altro. È tutto strano in questa vicenda e soprattutto come viene strumentalizzata mediaticamente e politicamente. Ci sono 200 uomini all'anno, separati, che per miseria, umiliazioni e per disperazione si tolgono la vita ma nessuno ne parla. La violenza ha diverse forme e non esiste l’uomo cattivo e la donna buona o viceversa. Questa è una pericolosa ideologia. E se dici qualcosa di diverso come faccio subito ti attaccano e ti mettono alla gogna. Serve una riflessione più ampia. L’educazione si fa a casa, alla scuola spetta la formazione. L’annullamento della meritocrazia nella scuola, la mancanza di rispetto verso gli insegnanti, i ricorsi al Tar perché bocciano tuo figlio, contribuiscono a creare giovani incapaci di accettare la sconfitta nella vita».

E a questa nuova uscita di Valdegamberi è seguito un nuovo commento di Zaia e numerose critiche. Il presidente della Regione si è di nuovo dissociato dicendo: «Valdegamberi non è un assessore di giunta, è nel Gruppo Misto da sempre in consiglio regionale. Già mi sono dissociato al primo giro, lo faccio anche al secondo».
Aspra la replica di Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale: «Le affermazioni di Valdegamberi offendono tutta l'aula e tradiscono il suo mandato. I funerali di Giulia Cecchettin non sono uno show mediatico, ma un esempio per tutti noi. Il coraggio della famiglia di Giulia ci insegna come dal dolore dobbiamo trovare la forza per sconfiggere il mostro della violenza contro le donne e il femminicidio. Non siamo più abituati a condividere il dolore, a renderlo protagonista e punto di partenza per andare oltre. Siamo di fronte ad un dolore talmente grande che meriterebbe da parte di chi non condivide almeno il silenzio. Invece, il protagonismo emerge, quel protagonismo che rende questa nostra società molto spesso malata di egoismo. Valdegamberi non può rappresentare quel consesso veneto che con fatica ricerca una condivisione per costruire una società giusta, che renda giustizia a Giulia e a tutte le donne vittime di violenza e femminicidio».
E di «parole indegne» ha parlato Anna Lisa Nalin di +Europa, che ha aggiunto: «Il femminicidio di Giulia non è di certo una telenovela ma uno sconvolgente dramma umano che ha assunto valore simbolico. Non piace a Valdegamberi che si faccia riferimento a parole come patriarcato, maschilismo o che gli uomini vengano chiamati in causa in quanto uomini? Non capisce o non vuole capire l’importanza di un cambiamento sociale e culturale necessario per combattere la violenza di genere? Il consigliere regionale squalifica se stesso e le istituzioni che rappresenta. Si inserisce di nuovo nel dibattito pubblico con una preoccupante acredine e un’assoluta mancanza di empatia verso il dolore che il papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide stanno vivendo».

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