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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La convivenza tra il M5S e Azione a Verona si sta rivelando molto difficile ancora prima delle elezioni

Tra Carlo Calenda e gli esponenti del M5S non si placano gli animi, nuova bufera e nuovo intervento mediatore di Damiano Tommasi: «Qui si corre con uno schema diverso, che va rispettato perché pensato per il bene della città e dei suoi cittadini». Ma nel frattempo il centrodestra gongola

Prendete la persona che nella vostra vita più vi sta antipatica, moltiplicate per dieci il vostro sentimento di fastidio e avrete all'incirca un decimo dell'insofferenza che Carlo Calenda, segretario di Azione, prova quando sente parlare di Movimento 5 Stelle. La cosa alquanto sorprendente è che a Verona il candidato sindaco Damiano Tommasi venga sostenuto da entrambi, Azione e il Movimento 5 Stelle.

I pentastellati hanno rinunciato al proprio simbolo, o quantomeno ad esporlo troppo in vista, Calenda invece non ha rinunciato alle punzecchiature nei confronti di quelli che dovrebbero essere a tutti gli effetti i suoi alleati in terra scaligera. Come noto, la comparsata di Calenda a Verona per sostenere Damiano Tommasi aveva già provocato un mezzo terremoto, uno strappo che lo stesso Tommasi aveva saputo ricucire con sopraffina eleganza, tanto che ci siamo sentiti in dovere di elogiarlo con l'appellativo di «alchimista del centrocampo» per le sue indubbie doti di sensale. Ora, il guaio per gli elettori veronesi che ripongono le loro speranze in Damiano Tommasi è che, pure a distanza, il buon Carlo Calenda riesce a destabilizzare la coalizione del centrosinistra di cui Azione fa parte a Verona. In questo caso la "miccia" è stata la visita in città, sempre a sostegno di Tommasi, da parte del ministro per i rapporti con il parlamento e le riforme, il deputato del Movimento 5 Stelle Federico D'Incà.

Il ministro D'Incà, a margine della conferenza al fianco di Tommasi, ha scritto su Facebook: «A Verona il MoVimento 5 Stelle sostiene Damiano Tommasi, una persona energica e visionaria, che vuole portare in una delle più belle città italiane un cambiamento che guardi ai giovani, alle energie nuove, alla cultura e all’educazione come tasselli fondamentali di un percorso diverso». Tuttavia, a scatenare la reazione di Carlo Calenda sono state altre parole del ministro, riportate in un'agenzia in base alla quale Federico D'Incà avrebbe detto quanto segue: «Io perdono Carlo Calenda...capisco che nella polemica politica ci stiano anche delle battute poco fortunate», e ancora: «Dobbiamo guardare ad un unico obiettivo».

Insomma, il ministro D'Incà pareva tendere definitivamente una mano all'alleato segretario di Azione dopo che questi si era lasciato andare ad esternazioni piuttosto severe nei confronti dei Cinque Stelle durante la sua visita a Verona. Come ha reagito Calenda alle affermazioni del ministro D'Incà che, al pari di Damiano Tommasi stesso poche ore prima, invitava i componenti della coalizione a concentrarsi su un «unico obiettivo condiviso», ovvero il far «cambiare pagina a Verona»? Ecco, Carlo Calenda ha reagito pubblicando sui social una foto in cui comparivano le dichiarazioni di Federico D'Incà e commentandole così: «Io no. Non perdono il veleno populista/giustizialista. Non perdono l’aver smontato industria 4.0, Ilva e aver cercato di sabotare Tap. Non perdono la presa in giro degli italiani, l’aver ridotto la mia città a un immondezzaio e il finto pacifismo opportunista. Dovete sparire». 

Post Facebook Carlo Calenda - 21 maggio 2022-2

Post Facebook Carlo Calenda - 21 maggio 2022

Tutto chiaro? Calenda che a Verona è alleato con i Cinque Stelle, i cui rappresentanti sono inseriti nella lista Damiano Tommasi Sindaco, poiché per non ferire i sentimenti del segretario di Azione non potevano esporre il loro simbolo, ecco lo stesso Carlo Calenda, rivolgendosi al ministro pentastellato D'Incà, ha scritto sui social che, in buona sostanza, il M5S deve sparire. Ma la telenovela non è ovviamente conclusa qui, poiché uno di quei rappresentanti del M5S inseriti nella lista del candidato sindaco Damiano Tommasi, ovvero Francesco Carcangiu, a questo punto non ci ha più visto e pure lui si è messo a scrivere su Facebook una lunga nota nella quale replica a Calenda con parole al vetriolo: «Basterebbe quel "Dovete sparire" a classificare come un povero bulletto politico l'ex ministro del disastro economico (cit. Michele Emiliano), chiudere la questione e proseguire esattamente come si deve fare con qualsiasi bullo, ma prima di tornare a dimenticarlo - scrive sempre il pentastellato Francesco Carcangiu - è anche giusto chiarire (onde evitare che qualcuno gli dia qualche minuto di credito) che quanto menzionato nella sua dichiarazione ovvero industria 4.0, Ilva e Tap sono esattamente le questioni che l'hanno reso famoso come incapace alla guida del ministero a lui incautamente affidato (neanche gli attacchi gli riescono). Per quanto riguarda Roma poi la risposta giustamente l'hanno data i romani invitandolo ad andare ad infastidire qualcun altro. Spiace per i candidati veronesi di Azione che presumo un po' di imbarazzo lo provino ad avere più che un capo politico un capo banda». 

Post Facebook M5S Francesco Carcangiu - 22 maggio 2022

Post Facebook M5S Francesco Carcangiu - 22 maggio 2022

A cercare di placare gli animi bellicosi ci ha pensato ancora una volta l'alchimista del centrocampo Damiano Tommasi, il quale in una nota ha invitato tutti quanti alla responsabilità e ad abbassare i toni: «Basta bisticci dialettici. - esorta il candidato sindaco Tommasi - Siate responsabili. Qui stiamo lavorando seriamente, con convinzione e entusiasmo. Non ci piace emulare le destre nelle schermaglie. Il progetto di Rete! è nato a Verona con la voglia di andare oltre i simboli, perché siamo consapevoli che sono le persone a fare la differenza e ciò è stato dimostrato in tutti questi mesi attraverso un poderoso lavoro di squadra, dove le diversità stanno rappresentando una risorsa in presenza di  valori e obiettivi condivisi. L’ho detto più volte, - aggiunge Damiano Tommasi - la partita nazionale deve rimanere fuori dal perimetro del nostro progetto, qui si corre con uno schema diverso, che va rispettato perché pensato per il bene della città e dei suoi cittadini. Ci stiamo abituando a coltivare un nuovo modo di vivere la politica, che richiede intelligenza e sentimento insieme. I confronti, le contrapposizioni ci stanno, sono naturali, fanno crescere ma non le polemiche estenuanti e nemmeno gli insulti per ripicca alle provocazioni», conclude Damiano Tommasi.

Fatto sta che, fino ad ora, a trarre vantaggio dalla strana coppia, M5S-Azione, parrebbe essere meno il candidato sindaco Damiano Tommasi che non la coalizione di centrodestra a sostegno del sindaco uscente. La lista civica Verona Domani, che per l'appunto appoggia Sboarina, non ha infatti mancato occcasione di sottolineare i dissidi interni al centrosinistra: «Insulti, reciproche accuse di incapacità e opportunismo politico, bagarre tra esponenti veronesi del Movimento 5 Stelle e l’ex ministro Carlo Calenda e il suo partito Azione. Non c’è che dire, davvero un bell’esempio di coalizione coesa. E pensare che sono gli stessi che fino a qualche settimana fa parlavano di un centrodestra diviso e frammentato». Così Verona Domani ha infatti commentato in una nota le recenti polemiche di queste ore tra Francesco Carcangiu e Carlo Calenda.

Con sagace ed inevitabile opportunismo, la nota di Verona Domani prosegue dando ragione ad entrambi i contendenti: «In fondo hanno ragione entrambi. L’esponente grillino quando critica Calenda per il suo operato, i referenti veronesi di Azione quando giudicano il movimento pentastellato una forza giustizialista rea di aver ostacolato l’industria e l’economia italiana e aver cercato di sabotare Tap e altre infrastrutture. Botte da orbi tra presunti alleati, - conclude la nota di Verona Domani - che confermano la totale disomogeneità di diverse forze politiche totalmente differenti tra loro, che stanno insieme solo per interessi elettorali». 

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