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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, maestre d'asilo vincono altro round col Comune. Il giudice: "Contratto da 25 ore per tutte"

Ennesima tegola che cade su Palazzo Barbieri in merito alla lunga battaglia delle insegnanti per ottenere il contratto nazionale (e non quello applicato degli enti locali). Ma non è finita qui: l'assessore annuncia un nuovo ricorso

Una nuova sentenza del Tribunale di Verona sul caso del contratto delle maestre degli asili comunali. Secondo il pronunciamento del giudice del Lavoro tutte le insegnanti devono fare 25 ore secondo il contratto nazionale del comparto scuola, contro le 30 previste dagli accordi sugli enti locali. Erano state 118 le docenti che avevano scelto di fare ricorso al cambio di contratto unilaterale (deciso dal Comune di Verona) del 2010. In pratica le maestre sono state equiparate alle 54 colleghe che avevano già ottenuto sentenza a favore. Una “vittoria importante” ha sostenuto la Cisl veronese “con l’amministrazione battuta per la quinta volta”. Ora insegnanti e sindacati auspicano che il Comune si attivi subito per dare immediata esecutività alla sentenza. La battaglia si trascina fin dal cambio del 2010. Da subito i sindacati avevano mosso la protesta per “condotta antisindacale” contro Palazzo Barbieri. Una contestazione accolta dal Tribunale nel 2011 e contro cui aveva fatto ricorso l’amministrazione, perdendo in Corte d’appello a Venezia. Il Comune aveva però di nuovo applicato il contratto degli enti locali ritenendo di dover dare esecuzione sia alle precise disposizioni di legge sia ai pareri del Dipartimento della Funzione pubblica e dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni). Era così nata una serie di ricorsi preparati dalle organizzazioni sindacali. In Comune era arrivata anche la diffida e successivamente un ricorso al Tar (che non venne accolto) per dare esecutività delle sentenze precedenti. Alla fine erano stati avviati i ricorsi individuali.

Sta di fatto che negli asili comunali ci sono due diversi tipi di contratto e che ha creato anche qualche problema in sede di organizzazione degli orari per le insegnanti. Da settembre il Comune aveva così ridotto le sezioni e aveva introdotto un “bonus” sulle rette per quelle famiglie che dovevano rivolgersi alle paritarie per mancanza di posti a disposizione. Ma la battaglia non è ancora finita qui: il Comune ha già detto che farà ricorso. Colui che ha seguito tutta la vicenda, l’assessore al Personale Enrico Toffali, ha spiegato che si andrà in appello. Questo perché ci si basa sulla sentenza del Tar e sulle disposizioni ministeriali. Toffali esclude un ritorno al contratto nazionale ma lascia aperta l’ipotesi di una modifica di quello degli enti locali. “Il giudice del Lavoro - spiega Toffali - evidentemente non condivide quanto di recente affermato dal Tar che ha invece respinto il ricorso proposto dalle organizzazioni sindacali Scuola, rigettando la richiesta di annullamento sull'applicazione del contratto Enti locali e riconoscendo che il provvedimento era stato deliberato in risposta a precise indicazioni del Ministero delle Finanze”.

“L’esecuzione della sentenza – ha aggiunto Toffali – comporterà per altre 119 insegnanti il ripristino dell’orario di lavoro frontale dal 30 a 25 ore settimanali, dopo le 54 che l’avevano chiesto ed ottenuto nel 2013, con riduzione dell’attività didattica rivolta agli alunni. Anche in questo caso sarà proposta impugnazione davanti alla Corte di Appello di Venezia”. 

"NON UN BEL TRAGUARDO COMUNQUE" - Nel frattempo, oltre ai sindacati, esprime soddisfazione (ma con riserve) il Partito Democratico di Verona. “Come era facile prevedere - la segretaria cittadina Pd, Orietta Salemi e i consiglieri comunali Elisa La Paglia e Luigi Ugoli - dopo la vittoria delle cause pilota promosse con le organizzazioni sindacali, le maestre hanno vinto anche le cause individuali. La linea dura del Comune è stata sconfitta ma non c'è nulla di cui gioire, c'è soltanto da sperare che il tema dell'istruzione abbandoni una volta per sempre le aule dei tribunali e ritorni ad essere discusso nelle sedi opportune nel segno del dialogo e del confronto. La ricerca dello scontro con le maestre è stato un gravissimo errore di metodo ed un esempio di cattiva amministrazione da parte di questa giunta. Rispettare la scuola e l'istruzione significa capire che il benessere del personale si riversa direttamente sulla qualità del servizio offerto, dunque sui bambini e sulle famiglie”. 

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