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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Borgo Roma / Via Aquileia

Duplice omicidio a Borgo Roma: in attesa della convalida, si cerca di ricostruire la vicenda

Il movente che ha scatenato il raptus, le modalità e poi le ultime ore vagando per la città, prima di rientrare al suo alloggio, dove la coinquilina avrebbe convinto Osvaldo Mainenti Turazza a costituirsi

Si attende la convalida dell'arresto per Osvaldo Mainenti Turazza, 54 anni, che da martedì sera si trova in stato di fermo di indiziato di delitto per il duplice omicidio dei genitori adottivi, Giampaolo Turazza, 75 anni, e Wilma Vezzaro, 73 anni, commesso verosimilmente tra il tardo pomeriggio e la serata di lunedì 24 aprile

Grande amante degli animali, in particolar modo dei gatti, Wilma ha pubblicato l'ultimo post sul suo profilo Facebook alle 20.13 di quella tragica sera. Si trattava della richiesta di adozione di un felino, argomento che le stava molto a cuore. Il post farebbe dunque ipotizzare che il delitto si sia consumato poco dopo l'ora di cena, come farebbero pensare gli avazi del pasto che avrebbe rinvenuto la Polizia scientifica. 
A stabilire l'ora in cui è stato commesso il delitto ci penseranno le indagini della Squadra Mobile, chiamata a fare luce sull'intera vicenda, emersa dopo la confessione fatta dal 54enne alla guardia di finanza di Verona il giorno seguente. 

Osvaldo, unico figlio di Giampaolo e Wilma, era stato adottato e insieme al padre aveva gestito un bar in città fino ai primissimi anni del duemila. Il 54enne aveva alle spalle precedenti per reati contro la persona e per stupefacenti: proprio quest'ultimi, da quanto emerso finora dalle indagini, potrebbero essere alla base del movente che ha portato all'assassinio avvenuto nell'appartamento situato al civico 22 di via Aquileia. Come riferito dalle forze dell'ordine in una nota infatti, Osvaldo non viveva più con i genitori ma avrebbe «mantenuto rapporti per soddisfare le proprie esigenze quotidiane» e ipotesi sul movente «vertono attorno al contesto dell’uso e maneggio degli stupefacenti». 
Domiciliato nella fittizia via Vianello, che viene in genere assegnata ai senza fissa dimora di Verona, aveva trovato una sistemazione a Veronetta, in un appartamento che condivideva con una coinquilina (ascoltata dal pm ed estranea alla vicenda), e sopravviveva di espedienti. 

L'ipotesi dunque, che dovrà essere confermata, è che il raptus sia scattato al culmine di una lite sui problemi di tossicodipendenza del 54enne e delle relative richieste di denaro ai genitori per acquistare la droga. Messa la mano su un coltello da cucina, forse dopo un rifiuto incassato dall'anziana coppia, avrebbe verosimilmente inferto i fendenti mortali al padre, il quale sarebbe stato a letto, e alle madre in corridoio, prima di allontanarsi dall'abitazione. Dopo aver vagato per la città sarebbe rientrato nell'appartamento in cui alloggiava con un taglio alla mano e, come racconta la donna sulle colonne del Corriere di Verona, avrebbe confessato alla coinquilina cosa aveva fatto. Spaventata, alla fine la donna lo avrebbe convinto a non farla finita, ma a costituirsi e ad assumersi le responsabilità del suo gesto: da lì la chiamata alla guardia di finanza e la tragica scoperta dei due cadaveri nella casa di Borgo Roma. 

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