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Contro la pizzeria al Fontanon, Sinistra Italiana: «Si valuti l'esproprio»

Non solo per la struttura di Montorio ma anche per altri «eco-mostri» Perini chiede di confrontarsi con le proprietà per arrivare a «contratti di cessione volontaria» oppure ad «espropri per pubblica utilità a fini ambientali e sociali»

Secondo presidio e secondo abbraccio per il laghetto del Fontanon. Anche ieri, 17 marzo, in più di 200 hanno risposto all'invito di 13 associazioni ambientaliste e si sono uniti in una catena umana attorno allo specchio d'acqua di Montorio. Una protesta contro la riconversione di un edificio rimasto incompiuto per anni e che ora la proprietà vuole trasformare in una pizzeria.

Una riconversione che l'attuale amministrazione comunale ha ereditato da quelle passate e contro cui ha alzato bandiera bianca. Non si sono invece arresi Wwf, Legambiente, Italia Nostra e le altre associazioni che hanno raccolto più di 2mila firme e che per due domeniche consecutive hanno richiamato i cittadini al laghetto di Montorio per chiedere lo stop alla pizzeria e l'istituzione del Parco delle Sorgive e del Fiume Fibbio. Una mobilitazione appoggiata anche dal Partito Democratico dell'ottava circoscrizione e che potrebbe essere condotta anche durante le Domeniche della Sostenibilità, a cui le 13 associazioni ambientaliste potrebbero non partecipare per protesta.

Alle richieste degli ambientalisti veronesi, il Comune ha risposto anche ieri con il consigliere comunale Carlo Beghini, il quale ha ribadito la sostanziale impotenza di fronte alla realizzazione della pizzeria. Mentre per il Parco delle Sorgive, l'amministrazione è attiva e intenzionata a collaborare anche con San Martino Buon Albergo per la creazione di parco in grado di tutelare un territorio peculiare come quello di Montorio e dintorni.

Ma sempre dalla maggioranza si è alzata una proposta per tentare in extremis di bloccare la pizzeria. A suggerirla è stata Luca Perini, segretario provinciale di Sinistra Italiana. «L'attuale giunta raccoglie quelle che sono state le politiche a servizio di speculatori e lobbisti - ha spiegato Perini - Una politica, quella passata, lontana dall’interesse comunitario e collettivo. Mentre oggi la politica deve fare sistema e dare delle risposte, anche coraggiose. È per questo che chiederemo alle altre forze politiche di valutare e approfondire i casi in cui ci sia la necessità di richiedere alle proprietà dei contratti di cessione volontaria o di valutare degli espropri per pubblica utilità a fini ambientali e sociali per il pubblico interesse. Il caso del Fontanon è emblematico, ma ci sono molti altri eco-mostri. Non tanto lontano abbiamo anche molti immobili oggi inutilizzati, e costruiti ex novo a fini speculativi e da decenni ancora inutilizzati, e che oggi potrebbero assolutamente servire alla comunità in considerazione ad esempio dell’emergenza casa. È inammissibile che si espropri per la Tav ma non per queste emergenze ambientali e sociali. Il profitto economico di pochi non può ledere il benessere di un territorio e della sua cittadinanza. La pubblica amministrazione e la stessa politica devono dimostrare oggi d’aver più coraggio, e responsabilità, lontano da logiche privatistiche».

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