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Bilancio in rosso per l'Istituto assistenza anziani. «Serve piano di risanamento»

La Regione Veneto chiede un riassestamento dei conti dopo il bilancio 2022 chiuso in negativo. Tosi chiama in causa il sindaco: «Intervenga con urgenza». Verona Domani è allarmata. Ma il PD difende l'operato del cda

L'Istituto assistenza anziani di Verona (Iaa) ha chiuso il bilancio 2022 in negativo. Le casse della casa di riposo sono dunque in rosso e la Regione Veneto chiede un rapido riassestamento. Intanto, però, la situazione economico-finanziaria dell'istituto allarma il centrodestra locale, che chiede l'intervento del Comune, visto che è proprio Palazzo Barbieri a controllare il consiglio di amministrazione della struttura. Mentre dal Partito Democratico di Verona si alzano gli scudi in difesa dell'operato del cda.

All'Iaa di Verona è arrivata martedì, 14 novembre, la comunicazione dell'avvio del procedimento di vigilanza e controllo da parte della Regione Veneto. Un procedimento che l'istituto si attendeva dopo l'approvazione da parte del cda di un bilancio consuntivo del 2022 in perdita. Era, infatti, prevedibile che la Regione si attivasse e pretendesse dall'Ipab veronese un «piano di risanamento idoneo a ripristinare, quantomeno in pareggio, la gestione economico-finanziaria dell'ente».

Ma quella della Regione Veneto non è stata l'unica sollecitazione. Anche il deputato veronese di Forza Italia Flavio Tosi ha chiesto direttamente al sindaco Damiano Tommasi «di intervenire con urgenza per contribuire al risanamento». L'Istituto assistenza anziani di Verona è infatti gestito da un cda nominato dal Comune e proprio su questo cda Tosi chiede di fare pressione per evitare «ricadute negative su lavoratori, famiglie degli ospiti e imprese fornitrici».
E sempre dall'opposizione, Verona Domani ha annunciato la presentazione di un'interrogazione in consiglio comunale. «Il nostro rappresentante all’interno del cda dell'istituto, in quota minoranza-centrodestra, da tempo aveva sollevato dubbi e preoccupazioni per le scelte del consiglio di amministrazione, ritenute assolutamente inopportune e non consone alla buona governance, sia dal punto di vista economico, che strategico e funzionale dell’ente, votando ovviamente contro l’approvazione del bilancio 2022 - hanno fatto sapere gli esponenti di Verona Domani - Il nostro consigliere ha denunciato alcune scelte del cda assolutamente dannose per il buon andamento dell'istituto. Tra queste, l’inutile, ingiustificata e alquanto dispendiosa assunzione di un nuovo dirigente, quando erano già presenti altre due figure dirigenziali all’interno dell’ente, ampiamente sufficienti. E ci risulta che la Regione abbia acceso i fari su un accordo conciliativo siglato con alcune sigle sindacali dei dipendenti, che avrebbe comportato un aggravio di spese di quasi 500mila euro per l'istituto. Risorse che potevano essere impiegate in strutture, mezzi ed apparecchiature per i nostri anziani».

Ma proprio quell'accordo conciliativo, firmato dall'Iaa insieme al nuovo contratto integrativo, viene difeso da Franco Bonfante, segretario provinciale PD Verona, da Alessia Rotta, segretaria cittadina PD, e dalla consigliera regionale Anna Maria Bigon. «L'atto di vigilanza da parte della Regione è tardivo, in quanto la situazione ha già raggiunto il suo apice nella passata amministrazione e ora si sta faticosamente risolvendo - hanno scritto i tre rappresentanti dem - Saremo sempre dalla parte dei lavoratori soprattutto quando i loro interessi sono legittimi, come legittimo è l’accordo conciliativo siglato davanti alle autorità preposte. Plaudiamo dunque all’efficace azione del nuovo cda che in pochissimo tempo è riuscito a ricomporre anche dal punto di vista politico una situazione in stallo da molti anni, foriera di gravi disagi per lavoratori e anche ospiti. Sarebbe il caso, piuttosto, che senatori e deputati dessero una mano per scongiurare l’imminente, nuovo e pesante aumento delle rette nelle case di riposo, chiamando in causa il Governo oppure convincendo la Regione a stanziare i 100 milioni richiesti da una nostra mozione».

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