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Autonomia, audizione a Roma. Zaia: «Il progetto cresce e non mina unità nazionale»

Il presidente della Regione è intervenuto nella commissione parlamentare per le questioni regionali dove si discuteva sull’approvazione dell'atto del Senato sulle disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata

Ha confermato di non avere dubbi sull’improcrastinabilità dell’applicazione di un progetto federale fondato sull’autonomia il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Lo ha fatto oggi, 26 ottobre, a Roma a Palazzo San Macuto, dove si è tenuta l’audizione della commissione parlamentare per le questioni regionali sull’approvazione dell'atto del Senato sulle disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata.

«La Costituzione repubblicana è autenticamente federalista fin dalla stesura e approvazione, non è centralista - ha sottolineato Zaia - Ai fini del coronamento del progetto, la nostra posizione è costruttiva e collaborativa e siamo convinti che ogni confronto sia utile. In sei anni dalla celebrazione del referendum in Veneto ho incrociato diversi Governi e devo dire, con obiettività, che con quello oggi in carica giorno dopo giorno il progetto è cresciuto. Grazie alla finanziaria del dicembre 2022 è stato stabilito l’obbligo di definizione dei Lep che è in corso con il grande lavoro del comitato presieduto dal professor Cassese. E grazie al ddl del ministro Calderoli si stanno redigendo i dieci articoli che, quando diventerà legge, definiranno le linee e i principi per l’applicazione. Noi crediamo nella sussidiarietà e nella solidarietà nazionale. L'autonomia delega competenze e non ruba niente a nessuno. Il paese a due velocità c’è oggi e non è così perché qualcuno ha avuto di più e altri niente. È la conseguenza di un centralismo che ha fatto danni e ne pagano il conto i cittadini. Come Regione Veneto possiamo mettere a disposizione un grande patrimonio di competenze. Nel promuovere questa riforma, con il percorso verso il referendum del 2017, abbiamo dato vita a un grosso gruppo di lavoro che è in grado di elaborare studi, analisi, e processi in materia finanziaria e giuridica rispetto alle materie da trasferire di competenza alle regioni. Anche per questo siamo convinti che l’autonomia non mina l’unità nazionale; se così fosse ci sono paesi federalisti come la Germania che sarebbero gambe all’aria e non lo sono. L’autonomia non è una gara ciclistica dove i campioni staccano il gruppo in fuga e i gregari restano indietro. Siamo convinti che si possa portare avanti anche con passi graduali. Ma è importante sia il frutto di un patto tra gentiluomini verso un preciso obiettivo, non un escamotage incerto nell’ottica di andare avanti e poi si vedrà».

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