rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Veronetta / Via Cantarane, 24

Viviamo Verona: alla Santa Marta le prime istantanee per la città del futuro. Tommasi: «Ampliamo l'orizzonte a livello europeo»

Primo incontro pubblico dove è stato illustrato il modello partecipativo e le linee strategiche urbanistiche. Le voci e le richieste dei protagonisti della città e il lancio della call "Fermenti di città’" l'11 dicembre per «condividere pratiche di innovazione urbana attraverso la cura affinché ciascuno si senta a casa»

«Cosa sono le città se non le persone? I residenti sono i quartieri in cui vivono, gli studenti le università e le scuole che frequentano, i giovani i luoghi di aggregazione di cui hanno bisogno per ancorare il virtuale alla concretezza delle relazioni. Tutti devono sentirsi a casa anche fuori dalle abitazioni in senso stretto e tutti possono e devono fare la loro parte per migliorare la qualità della vita della comunità e del contesto urbano della città». Con questi presupposti oggi, sabato 18 novembre, è partito ufficialmente "Viviamo Verona", il percorso di partecipazione che l’amministrazione comunale ha avviato con l’obiettivo di costruire la città che verrà mettendo a sistema contenuti, idee e proposte, «non con un approccio manutentivo», ma con «un orizzonte interdisciplinare e di lungo periodo».

Secondo quanto è stato spiegato, la prima fase della revisione degli strumenti urbanistici è quindi «la partecipazione di tutti gli attori che si occupano di città, per questo nel corso dell’evento è stata annunciata la call "Fermenti di città", un’iniziativa nata per raccogliere, mappare e condividere le pratiche di innovazione urbana che corrono parallele ai grandi progetti di trasformazione delle città e che intercettano nuovi modi di fare città, legami tra persone, usi, cure e trasformazioni di spazi e luoghi». Lo scopo di questa iniziativa, spiega una nota di Palazzo Barbieri, è di «imparare da quelle "strategie emergenti" per reincorporarle nelle "strategie disegnate" della città, creando un dialogo proficuo». Obiettivo della call è infatti di «raccogliere le proposte di innovazione urbana e di condividerle sul sito e attraverso gli incontri pubblici del percorso». Alla call, che aprirà l’11 dicembre,  potranno partecipare singoli o reti di enti ed istituzioni pubblici o privati, organizzazioni del profit e non profit, associazioni, agenti dell’economia sociale, cittadini che si attivano anche in forma non organizzata, abitanti che agiscono in modo informale che hanno prodotto o stanno producendo un’innovazione urbana.

«La mappatura - spiegano ancora dal Comune di Verona - sarà accompagnata dalla raccolta delle istantanee del futuro, ovvero la fotografia di come oggi vede la città chi la vive e la proiezione di come la vorrebbe. Gli studenti universitari chiedono una città in cui si sentano voluti, perché a Verona non vogliono studiare ma anche vivere e abitare, la scuola chiede di essere percepita come protagonista della città con attenzione concreta ai suoi bisogni. Così l’università, il cui constante aumento di iscritti e di offerta formativa implica scelte urbanistiche di ampio respiro, che vanno dalla mobilità all’edilizia residenziale. Chi vede la città con gli occhi di donna, madre e imprenditrice, ferma l’attenzioni sui bisogni di spazi di condivisione, aggregazione e soprattutto su azioni mirate ad una concreta conciliazione del tempo vita familiare e lavoro».

Tommasi: «La città avrà sempre più bisogno di spazi di condivisione»

«Progetti di così ampio respiro hanno bisogno delle persone e non possono prescindere dai cittadini e dalla cittadine che Verona avrà - ha detto il sindaco Damiano Tommasi nel suo intervento di oggi alla Santa Marta -. Un ragionamento che secondo la nostra visione passa dal chiederci che città vorremmo e parte dall’analisi della città di oggi, che al di là della denatalità vede l’aumento di persone monoresidenti. Quindi la città avrà sempre più bisogno di luoghi di incontro, di spazi di condivisione e di prossimità, avrà bisogno di cura e di dialogo e di ciò che noi vogliamo mettere alle radici di questo percorso, il bisogno di ascolto. Il nostro focus è partire dalle persone e dalla relazione tra loro, dall’ascolto e dai bisogni, trovando insieme soluzioni e risposte. La sfida di questo percorso di partecipazione è coinvolgere le nuove generazioni nella città che vorremmo».

Il sindaco di Verona ha quindi aggiunto: «Ho da subito evidenziato le potenzialità che non sono espresse da questa città, potenzialità che sono poco percepite e anche poco valorizzate e che ci porterebbero alla Champions League, ma dobbiamo prepararci anche culturalmente ad essere traino e simbolo in Italia di un territorio che amplia il suo orizzonte a livello europeo - ha evidenziato Tommasi -. Mi piacerebbe che all’uscire di casa, intesa come abitazione, corrispondesse un altrettanto entrare in casa, inteso come uno spazio non neutro alle mie azioni, ma uno spazio di tutti e che come tale ha bisogno della cura di ciascuno. Questa è una sfida che non può prescindere dal dialogo, dall’ascolto e dalle persone. Gli studi demografici ci dicono che Verona non cresce per natalità, ma per le persone che scelgono di vivere qui, e credo che da parte nostra sia opportuno coinvolgere tutte le persone nei temi che poco o tanto, adesso o in futuro riguarderanno loro, i loro figli, la loro città e la loro casa. È una sfida nuova - ha concluso il sindaco - che sposa il sentire della nostra amministrazione e che per noi è motivante, un metodo di lavoro che vuole dare ambizione a questa città che la merita».

Nel corso dell'incontro è intervenuta anche la vicesindaca e assessora all’urbanistica Barbara Bissoli: «Con l’assemblea odierna abbiamo voluto illustrare e condividere con i cittadini e le cittadine quello che sarà il percorso di ascolto, di partecipazione e di attivazione sociale che porterà alla revisione dello strumento urbanistico di Verona. Abbiamo invitato una serie di personalità eminenti che diano la loro visione sulla città, perché non esiste una visione, ma molte. Abbiamo illustrato i metodi partecipativi per far sì che il nuovo strumento urbanistico di Verona disegni il futuro della città con la collaborazione di tutti. Il progetto si chiama "Viviamo Verona" - ha spiegato la vicesindaca - proprio perché i saperi tecnici e politici devono essere contaminati e condivisi con i saperi diffusi, quindi con i saperi di tutti i cittadini e tutte le cittadine».

Barbara Bissoli è poi entrata più nel dettaglio del progetto: «Cinque sono i pilastri che sostengono questo percorso: capitale sociale, prossimità, competenze e sviluppo, sentirsi a “casa” e responsabilità, questi sono i fari della nostra azione e ciascuno può e deve dare il proprio contributo, ciascuno deve sentirsi chiamato in causa. Per un piano, dunque, che si faccia carico delle numerose fragilità urbanistiche e sociali che sono state spesso sottovalutate nella pianificazione e nell’attuazione degli strumenti vigenti, e che lo faccia con il contributo di tutti e tutte che la vivono e la abitano». 

Viviamo Verona : foto ufficio stampa Comune di Verona-2

Al convegno sono intervenute alcune figure istituzionali rappresentative della città e che rivestono ruoli di rilievo, ma anche di quella  parte di cittadinanza che è al centro di questo lavoro,  ovvero i giovani, assegnando loro il ruolo di coprotagonisti. Il prorettore dell’Università di Verona Diego Begalli, il dirigente scolastico del Liceo Maffei Roberto Fattore, Anna Fiscale, presidente e fondatrice di Quid e Francesca Flori, presidente del Consiglio studentesco Univr, che hanno restituito in maniera intergenerazionale una fotografia delle tematiche da tenere sotto i riflettori, con attenzione a mobilità, forme e desiderata dell’abitare, questioni legate alla prossimità nei quartieri, spazi pubblici ed economie urbane di diversa natura, nuovi bisogni sociali e vulnerabilità, tematiche ambientali e la loro ricaduta sulle attività, modi di fare cultura e di gestire il turismo.

Roberto Fattore, dirigente del Liceo Maffei, ha dichiarato: «La sfida, rispetto al mondo dei giovani, è intrecciare il "virtuale delle nuove generazioni" alla concretezza del reale, creando spazi in cui velocità e leggerezza si ancorano alle esperienze emozionali ed emotive. I ragazzi vogliono abitare la scuola, serve una riflessione sulla necessità di ripensare tali spazi». Anna Fiscale, fondatrice dell'impresa sociale Quid ha spiegato: «Come donna e mamma fotografo una città in cui manca l’attenzione alla conciliazione tra vita e lavoro, così come mancano luoghi e opportunità di relazione, confronto e connessione reciproca. Da imprenditrice vorrei maggiore rete e contaminazione tra gli  pubblico e privato, tra profit e non profit, e maggiore consapevolezza dei servizi sul territorio».

Francesca Flori, presidente del Consiglio studentesco Univr nel suo intervento ha dichiarato: «Verona non è solo la città in cui vogliamo studiare e vivere ma anche in cui vogliamo abitare. Non vogliamo essere di passaggio, ma vogliamo ancorarci ed è giusto che in questo processo che sta partendo l’Università sia motore di innovazione e cambiamento». Sulla nuova strategia urbanistica per Verona è intervenuto Paolo Galluzzi dell’Università Sapienza di Roma, mentre Nico Cattapan di Socialseed ha illustrato le fasi di ascolto e partecipazione. Infine, sul tema "dagli scenari alle buone pratiche sperimentate sul territorio", hanno portato la loro esperienza come rappresentanti di energie già attive in città Francesco Avesani del progetto La Fabbrica del Quartiere, Federica Collato di Reverse impresa sociale e Mario Spezia del progetto Fondo Alto Borago.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Viviamo Verona: alla Santa Marta le prime istantanee per la città del futuro. Tommasi: «Ampliamo l'orizzonte a livello europeo»

VeronaSera è in caricamento