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Traforo delle Torricelle e Passante Nord: braccio di ferro tra maggioranza e opposizione

L'Autorità Anti-corruzione si è espressa sul progetto del Passante Nord, ma il suo pronunciamento viene interpretato in modo diverso da maggioranza e minoranza comunali

Alla Giunta Comunale, giovedì 17 dicembre il sindaco Flavio Tosi intende comunicare agli assessori l'intenzione di riaprire la gara di project financing per realizzare il traforo delle Torricelle e il Passante Nord in due fasi, alla luce del nuovo parere emesso dall'Autorità Nazionale Anti-Corruzione sul progetto. Secondo il primo cittadino, il pronunciamento non impedirebbe di procedere come previsto, perchè le modifiche alla propoosta progettuale del promotore Technital non sarebbero così sostanziali.

Tuttavia, per le opposizioni in Consiglio Comunale il pronunciamento di Raffaele Cantone non sarebbe una piena promozione al progetto attuale. Sulla questione è intervenuto con una nota stampa il capogruppo consiliare del Partito Democratico Michele Bertucco:

Acquisito dagli uffici comunali anche il quesito inviato dal Comune ad Anac ora abbiamo un quadro più completo di quella che è la reale situazione del procedimento relativo al Traforo delle Torricelle. Non sussiste il minimo dubbio che le ultime modifiche al progetto proposte dall'aggiudicatario debbano ritenersi sostanziali: i dirigenti comunali che hanno compilato il modulo rivolto all'Authority lo ribadiscono numerose volte (per esempio alla voce "Stato della procedura" scrivono testualmente: "Rinnovo della gara dopo l'intervenuta aggiudicazione definitiva a seguito di modifiche sostanziali proposte dall'aggiudicatario"). La conoscenza della domanda ci lascia allora pochi dubbi interpretativi in merito alla risposta apparentemente “aperta” fornita da Anac: se le modifiche sono ritenute sostanziali o se la distribuzione del rischio d'impresa viene a ricadere sul Comune si dovrà indire una nuova gara, ha detto l'Authority. Certamente il Sindaco cercherà di sparigliare nuovamente le carte in tavola, ma il tempo dei giochetti e delle promesse a buon mercato è finito. Come si ricorda nelle ultimissime righe della memoria redatta dagli uffici comunali, questo procedimento è sotto la lente anche della Corte dei Conti la quale pretende che il Comune si attenga scrupolosamente alle indicazioni di Anac. Tramontata l'illusione di una facile soluzione ai problemi della mobilità cittadina è tempo di riprendere in mano piani e progetti che consentano a Verona di recuperare il tempo perduto. Progetti che passano inevitabilmente per il rilancio del trasporto pubblico e delle altre forme di mobilità sostenibile.

Ora vorrebbero porre un freno al progetto del Traforo delle Torricelle anche coloro che l'hanno appoggiato in passato, come Daniele Polato di Forza Italia che su L'Arena dichiara:

Attraverso i nostri interventi abbiamo migliorato dal punto di vista ambientale l'opera. Purtroppo da amministratori seri e concreti non possiamo che prendere atto che l'oggettiva situazione economica è profondamente mutata in questi anni, mancano i 53 milioni dell'autostrada A4, e poi accesso al credito e bancabilità sono inesistenti e non consentono soluzioni alternative. E il traffico veicolare ha avuto netta riduzione. Le condizioni proposte risultano poco sostenibili per l'ente pubblico. Continuare con una politica creativa di facciata è sintomo di una maggioranza e di un sindaco che tenta di illudere i propri cittadini.

Infine, l'intervento di Gianni Benciolini del Movimento 5 Stelle che in una nota stampa dichiara:

La modifica del progetto del Traforo non è imputabile a causa di forza maggiore, come la crisi o le mutate condizioni economiche o di traffico, ma nel fatto che l’RTI non sarebbe solvibile per le banche che andrebbero ad erogare il prestito. L’RTI capeggiata da Technital non ha capacità di solvibilità, e questo lo si evince tranquillamente dal bilancio pubblico della stessa Thecnital in cui viene indicato un patrimonio netto di solo € 10.720.799, mentre ha un debito di € 307.044.069. Nessuna banca seria andrebbe ad elargire un prestito di mezzo miliardo a fronte di scarse garanzie di rientro. Quindi, secondo il parere di Cantone, le modifiche essenziali al progetto sono tali solo per il fatto che l’attuale promotore non è in grado di realizzarlo finanziariamente. Il comune avrebbe dovuto verificare la credibilità sotto il profilo economico della società che doveva farsi erogare il finanziamento delle banche per poter fare il Traforo. Quindi quest’opera non sa da fare. Nel primo Piano Economico e Finanziario, redatto dal promotore, c’era scritto anche che il traforo avrebbe risolto il problema di intasamento del traffico per 10/12 anni e poi si sarebbe tornati alla situazione pre-traforo nonostante l’opera. Ora si vorrebbe costruire una sola canna spendendo circa 500 milioni per non risolvere quindi i problemi di traffico. Oltre a ciò, in ottemperanza della sentenza consiglio di stato 6667/2012, anche la procedura di Via dovrebbe ripartire daccapo. Questa amministrazione non è in grado di portare avanti alcuna grande opera!

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