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Sicurezza, centrodestra chiede dimissioni di Zivelonghi. Tommasi: «Ha la mia totale fiducia»

I consiglieri di opposizione hanno chiesto in coro la sostituzione dell'assessora alla sicurezza. Il sindaco la difende. E il PD contrattacca: «La destra veronese soffia sul fuoco delle paure e ripropone soluzioni inefficaci e fallimentari»

Venerdì scorso, 26 gennaio, tutti i consiglieri di opposizione di Verona si sono ritrovati in Piazza Bra per chiedere le dimissioni dell'assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi. Per il centrodestra scaligero sarebbe questa la prima mossa da compiere per cambiare strategia ed intraprendere politiche più efficaci per garantire la sicurezza dei cittadini. Il sindaco Damiano Tommasi e la sua maggioranza sono, però, soddisfatti dell'operato di Zivelonghi e non intendono toglierle alcuna delega.

Paolo Rossi, Patrizia Bisinella, Nicolò Zavarise, Federico Sboarina, Luigi Pisa, Alberto Bozza, Anna Bertaia, Antonio Lella e Barbara Tosi hanno scelto una particolare scalinata di Palazzo Barbieri per chiedere un nuovo assessore alla sicurezza di Verona. Poco distante da quelle scale, nei giorni scorsi, si è verificato un violento pestaggio che ha riacceso le polemiche sulla sicurezza in città. Per i consiglieri di opposizione, le forze dell'ordine fanno del loro meglio, mentre a latitare sarebbe l'azione del Comune. Una mancanza imputata principalmente all'assessora Zivelonghi che è stata giudicata inadeguata dai consiglieri di centrodestra. Le opposizioni hanno quindi chiesto la sua sostituzione di Zivelonghi, anche perché l'insicurezza in città non è una questione di percezione, ma un'emergenza che andrebbe affrontata chiedendo anche il supporto della vigilanza privata e dei militari dell'esercito.

Parole che però non hanno scalfito la fiducia del primo cittadino. «Sono orgoglioso che la delega alla sicurezza l'abbia l'assessora Stefania Zivelonghi che ha la mia totale fiducia e che sta svolgendo il suo compito con la massima competenza e rigore», è stata la risposta ai consiglieri di opposizione del sindaco Tommasi, il quale ha manifestato anche l'intenzione «di affidare anche altri incarichi» all'assessora Zivelonghi.

Anche il Partito Democratico locale ribatte al centrodestra, elogiando il «nuovo modello di sicurezza urbana» perseguito dall'amministrazione Tommasi. Un modello «più concreto, condiviso e partecipato, capace di andare alla radice dei problemi», hanno dichiarato il consigliere comunale Fabio Segattini ed il segretario provinciale Franco Bonfante. «Compito di una amministrazione pubblica è reprimere i comportamenti scorretti; bonificare o rimediare alle sacche di disagio sociale che spesso sono alla radice di tali comportamenti; sostenere le tante realtà che non vogliono rinunciare a riappropriarsi degli spazi pubblici rendendo vivi e frequentati i quartieri - hanno aggiunto Segattini e Bonfante - La destra veronese, con il suo continuo soffiare sul fuoco delle paure e riproporre soluzioni inefficaci e fallimentari, non sta facendo un buon servizio alla città. Alle forze dell’ordine e alla polizia municipale vanno i nostri ringraziamenti per l’impegno e la professionalità profusi malgrado le contingenze difficili e un clima spesso avvelenato da bieche strumentalizzazioni».
E sulla stessa lunghezza d'onda si sono sintonizzati anche i consiglieri comunali di Traguardi: «La repressione da sola non funziona e la sicurezza non si crea piazzando un agente in ogni strada - hanno dichiarato - Se la politica veronese davvero vuole investire sulla sicurezza, e non solo andare a caccia di facili consensi, deve agire in modo unitario per sostenere lo sforzo dell’amministrazione, che con Questura e Prefettura lavora tutti i giorni per costruire una comunità sempre più coesa e solidale, contrastando alla radice i fattori che generano indifferenza e disagio. Cura e ascolto al posto di mera repressione. Una ricetta sicuramente più complessa da mettere in campo, ma senza dubbio più efficace e concreta di tante altre».

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