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Mussolini sugli scontrini, interrogazione a Piantedosi. «Follia da fermare»

Atto presentato dalla senatrice veronese Aurora Floridia contro il Bar Armando di Cerea

La senatrice veronese di Alleanza Verdi e Sinistra Aurora Floridia presenterà un'interrogazione parlamentare contro il Bar Armando, l'esercizio di Cerea che stampa l'effige di Benito Mussolini sui suoi scontrini. «Se per anni si è consentito a un bar veronese di emettere scontrini fiscali con l’immagine di Mussolini, non significa che si debba continuare così», ha dichiarato la senatrice, che interrogherà urgentemente il ministro dell'interno Matteo Piantedosi «affinché sia fermata questa follia nostalgica passatista».

Per Floridia, quella attuata dalla titolare del Bar Armando Maristella Finezzo si può configurare come apologia del fascismo, reato previsto dalla Legge Scelba. «Il fascismo è il male assoluto nel suo complesso e non vanno consentite nostalgie verso miti, forme, cerimonie e simboli - ha aggiunto la senatrice veronese - È compito di tutti salvaguardare la memoria storica e diffondere sempre e ovunque i valori dell’Italia repubblicana nata dalla resistenza antifascista».

«Più dicono di toglierlo, più io sono convinta che debba rimanere», questa è la posizione espressa da Finezzo, che non ha dunque intenzione di eliminare dai suoi scontrini l'immagine del capo del fascismo. «Non nascondo i miei ideali e ne vado orgogliosa - ha aggiunto - Sarebbe meglio che la gente si preoccupasse di quel comunista di Vladimir Putin e dei danni che ha fatto in Russia e in tutto il mondo con la guerra in Ucraina, invece di venire a far polemica per uno scontrino».
Parole che contengono qualche inesattezza evidenziata dal segretario provinciale del Partito Democratico di Verona Franco Bonfante. «Putin è stato la stella polare della destra anche dopo l’invasione della Crimea e fino alla guerra contro l’Ucraina - ha sottolineato Bonfante - Sono famose le magliette di Matteo Salvini e le dichiarazioni di allora di Giorgia Meloni. Maristella Finezzo legga almeno i titoli dei giornali. Ed è un falso luogo comune che sia stato il fascismo a introdurre in Italia sanità, assistenza e previdenza. Al tempo di Mussolini le cure erano prestate dalle casse mutue, istituite a fine Ottocento, così come previdenza e assistenza, a seguito delle rivendicazioni di operai e contadini. Un apparato che il fascismo eredita e tenta di irregimentare in un sistema corporativo fondato sul partito unico, che espelle e perseguita i sindacati liberi ed esclude la contrattazione collettiva. Mussolini inoltre vietò il voto alle donne ed elevò l'omicidio politico e la persecuzione giudiziaria a strumenti di governo. Le leggi razziali e la guerra non sono stati incidenti di percorso ma il frutto di una politica di dominio che ha portato alle estreme conseguenze il nazionalismo e il colonialismo».

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