rotate-mobile
Politica

Presentate a Zaia due petizioni con oltre 20mila firme per le dimissioni di Valdegamberi

Una è stata organizzata da Europa Verde Veneto, l'altra da Coalizione Civica per Treviso. Ma il consigliere regionale replica: «La libertà è dialettica delle opinioni. Dobbiamo combattere la dittatura del pensiero unico»

A poco meno di un mese dalla loro apertura, due petizioni per chiedere le dimissioni del consigliere regionale Stefano Valdegamberi sono state inviate al presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Le due iniziative sono state lanciate il 20 novembre scorso sulla piattaforma online Change.org ed insieme hanno raccolto più di 20mila firme. «Ora ci attendiamo un risposta coerente», hanno commentato, con la consapevolezza che dal punto di vista giuridico Zaia non ha il potere di estromettere Valdegamberi dal consiglio regionale. Con queste petizioni, si chiede però al presidente della Regione una sorta di moral suasion e quindi di mettere in campo tutta la sua autorevolezza per ottenere da Valdegamberi un passo indietro. Passo indietro che, comunque, il consigliere regionale non sembra intenzionato a fare.

Le petizioni sono nate dalle dichiarazioni del consigliere veronese sulla sorella di Giulia Cecchettin. Ad un'intervista rilasciata in tv da Elena Cecchettin, Valdegamberi ha risposto indirettamente evidenziando «con certi simboli satanici» presenti sulla maglietta della ragazza ed aggiungendo che secondo lui la giovane sembrava recitare «una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito». Parole che hanno poi spinto la famiglia Cecchettin a presentare una querela. E che hanno spinto Europa Verde Veneto ad organizzare una petizione per ottenere le dimissioni di Valdegamberi.
Quella petizione è stata chiusa in meno di un mese, ha ottenuto 3.832 sottoscrizioni ed è stata inviata al presidente Zaia dai portavoce di Europa Verde Veneto Luana Zanella ed Enrico Bruttomesso. «Considerato l'importante ruolo istituzionale di rappresentanza rivestito da Stefano Valdegamberi, il suo comportamento non può essere tollerato - hanno scritto Zanella e Bruttomesso - In particolare, in un momento come questo in cui tanto la società civile quanto le istituzioni sono impegnate in uno sforzo comune per denunciare e superare la cultura patriarcale denigratoria nei confronti delle donne».

Più firme (al momento 16.500) sono state invece raccolte dall'altra petizione, organizzata da Coalizione Civica per Treviso, la quale ha inviato una copia dell'appello alle dimissioni di Valdegamberi sia a Zaia che al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti. «Chiediamo a Zaia di usare la sua innegabile leadership per chiedere al consigliere Valdegamberi quelle dimissioni che migliaia di cittadini vogliono».

Il consigliere regionale, però, non intende in alcun modo dimettersi e a queste petizioni ha risposto: «Ricordo che l'unica cultura patriarcale è di chi non accetta la critica e il pensiero degli altri e vuole imporre il proprio come fosse una verità assoluta. È di coloro che per inculcare la loro visione ricorrono perfino alla raccolta delle firme, a minacce di querele, pretendendo di imbavagliare il pensiero altrui. La dittatura del pensiero unico imposto con la violenza a reti unificate: questo dobbiamo combattere, ribellandoci pacificamente. La libertà è dialettica delle opinioni e non usa un fatto gravissimo per diramare teorie assurde e dannose, lapidando chi osa contestare il metodo e il contenuto».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Presentate a Zaia due petizioni con oltre 20mila firme per le dimissioni di Valdegamberi

VeronaSera è in caricamento