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Morisi indagato per droga, Salvini allunga la mano «per aiutarlo a rialzarsi»

Il leader della Lega è solidale con l'amico, ma le opposizioni locali veronesi non perdonano la comunicazione aggressiva che l'ex spin doctor ha portato avanti nel Carriccio. PD: «Spero che nessuno citofoni a casa di Morisi»

«Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre». Il leader della Lega Matteo Salvini non fa mancare il suo sostegno a Luca Morisi, l'uomo che fino a qualche giorno fa gestiva la sua comunicazione sui social network.
Morisi si è dimesso da tutti i suoi ruoli all'interno della Lega e pare che questa decisione sia legata ad un'inchiesta in corso a Verona. La Procura sta indagando sull'ex spin doctor leghista per cessione e detenzione di stupefacenti. «Non ho commesso alcun reato», ha dichiarato per difendersi, aggiungendo però anche che «la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo». E per questo ha chiesto scusa.
Scuse che Salvini sembra aver accettato. «Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri», ha detto il numero uno del Carroccio, che su un post su Facebook ha spiegato: «Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la vita».

Meno indulgenti alcuni esponenti dell'opposizione locale, che hanno rinfacciato a Morisi e alla Lega anni di comunicazione aggressiva sui social. «Anni impiegati a spargere odio e paura contro immigrati e tossicodipendenti rischiano ora di ritorcersi contro Luca Morisi - ha dichiarato Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune - Da garantisti attenderemo gli esiti dell'indagine, certo è che da quando non può più contare sui soldi pubblici il clima è sempre più pesante».
Il consigliere del Partito Democratico Federico Benini ha mostrato rispetto per Morisi, sia sotto il profilo umano che giuridico. «Ma massima rigidità nei confronti di un modo tossico di fare politica, di cui lo stesso Morisi è stato uno dei maggiori artefici, che non manca occasione per cavalcare in chiave populista e allarmista ogni debolezza della società (dipendenze, disagio, povertà, immigrazione) nel tentativo di scaricare le responsabilità sugli avversari politici. Ora che la fragilità e le indagini li toccano nel vivo, dove sono gli spara-sentenze leghisti veronesi contro la droga? Tutti ammutoliti perché i sospetti riguardano uno del cerchio magico?». Ed il senatore veronese del PD Vincenzo D'Arienzo ha aggiunto: «Emerge il vero problema della Lega e di Morisi: l'ambivalenza, peraltro tipica di tanti moralisti e perbenisti a destra. Chiunque sarà tentato di agire come facevano, loro, ma spero che nessuno citofoni a casa di Morisi perché le fragilità umane non devono essere oggetto di propaganda, esattamente il contrario di quello che lui stesso proponeva e Salvini attuava. Sulla questione morale nessuno deve sentirsi superiore ad altri e le fragilità umane mai potranno far parte del dibattito politico».

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