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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Fine vita, il centrodestra ha vinto anche su Zaia. «La sua è stata una forzatura»

Dopo il voto in consiglio regionale sul suicidio assistito, la Lega copre la spaccatura interna con il velo della libertà di pensiero mentre Fratelli d'Italia e Forza Italia si mostrano compatti e granitici

Una vittoria che per alcuni è stata doppia. Una vittoria contro gli oppositori esterni e una vittoria contro gli oppositori interni. Perché la Lega si è presentata spaccata all'appuntamento di ieri, 16 gennaio, nel consiglio regionale del Veneto. Appuntamento con la votazione sul progetto di legge di iniziativa popolare denominato «Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito». Una votazione che ha reso evidente la divisione dei consiglieri leghisti, ma che non ha fatto cadere il fronte di centrodestra. Alla fine, il provvedimento non è passato ed il centrodestra ha vinto. In più, ora, Fratelli d'Italia e Forza Italia esultano anche per una seconda vittoria, quella contro i leghisti schierati per il voto favorevole. Mentre all'interno del Carroccio si guarda avanti, ribadendo la linea della "libertà di pensiero".

«Il consiglio regionale veneto ha votato e dal mio punto di vista avrei votato anch'io no», ha dichiarato ad Agorà il leader nazionale della Lega Matteo Salvini, contento per come è andata la votazione anche se il suo partito non ha espresso un voto compatto. «La Lega non è una caserma, c'è libertà di pensiero», ha spiegato Salvini.
E dall'altra parte c'è Luca Zaia, primo rappresentante di quei leghisti che avrebbero voluto far passare la legge votata ieri in consiglio. «Tutte le posizioni sono rispettabili e le rispetto fino in fondo - ha dichiarato il presidente della Regione in un'intervista la Corriere della Sera - Trovo però ipocrita da parte di qualcuno far finta che non esista nemmeno la sentenza della Consulta che autorizza il fine vita. Fingono di non vedere che il suicidio assistito c'è già, ma respingono la necessità di adottare una legge per regolamentarlo. C'era l'occasione e non è stata sfruttata. È uscita una rappresentazione della spaccatura che su questi temi vive l'intero Paese. Anche se in cuor loro, credo, i cittadini sarebbero favorevoli ad avere una legge che regola i comportamenti che si possono tenere in situazioni così delicate anche dal punto di vista etico».

E questa stessa spaccatura si legge anche nei commenti dei consiglieri regionali della Lega. Alberto Villanova ha votato a favore della legge, ma ha dichiarato «in democrazia l’esito dei rappresentati del popolo si rispetta» ed ha poi chiesto al «legislatore nazionale» di «provvedere a dare risposte certe a quei casi che la legge fa rientrare nel fine vita».
Proprio perché ritiene che sia compito del Parlamento legiferare in materia, il consigliere leghista Giuseppe Pan ha votato contro, temendo anche il rischio «di portare all’estremo la disperazione di chi si sente solo». Mentre il consigliere Filippo Rigo ha spiegato: «Ritengo importante lavorare per promuovere la vita in tutte le sue fasi, anche in quella terminale. Penso che la strada da percorrere sia quella di garantire a tutti un percorso di fine vita il più possibile privo di sofferenze attraverso le migliori prestazioni sanitarie, nonché potenziando ulteriormente le cure palliative, le terapie del dolore e l'assistenza domiciliare».

Una posizione, quella di Rigo, condivisa dal consigliere veronese del Gruppo Misto Stefano Valdegamberi, da sempre contrario alla proposta di legge promossa dall'associazione Luca Coscioni. «Proposta viziata da palesi incostituzionalità e che avrebbe aperto la strada a percorsi che all’estero hanno portato in pochi anni ad estendere l’eutanasia anche al mondo dei malati psichiatrici e delle persone indigenti o con disabilità - ha dichiarato Valdegamberi - Lo Stato e le istituzioni devono promuovere la vita, garantendo a tutti cure adeguate e non prendere facili scorciatoie di morte».

E mentre nella Lega si evitano toni trionfalistici, puntando a depoliticizzare il voto, gli alleati invece festeggiano. «È stata la vittoria della democrazia, della cultura della vita su quella dello scarto - ha commentato Luca De Carlo, coordinatore di Fratelli d'Italia in Veneto - Fin dall'inizio abbiamo evidenziato due perplessità: una di metodo, perché pensavamo che la delicatezza, la complessità e l'articolazione non rendessero il tema una questione da dibattere in un consiglio regionale; e una di merito, perché abbiamo sempre difeso la cultura della vita, per una vita degna anche nella malattia. Abbiamo dimostrato come la maggior parte dei veneti creda nella cultura della vita contro la cultura dello scarto, e questi cittadini sanno di poter contare ed essere rappresentati da Fratelli d'Italia». E Flavio Tosi, coordinatore regionale di Forza Italia, si gode la vittoria anche su Zaia, sperando di poterne prendere il posto alle prossime elezioni regionali. «Quella di Zaia è stata una forzatura, in primis sul piano del metodo - ha dichiarato Tosi - Una questione come il suicidio medicalmente assistito, complessa sul piano giuridico, che tocca corde psicologiche delicatissime per chi soffre e i loro familiari e che riguarda nel profondo le convinzioni etiche di ognuno di noi, non andava certo portata in consiglio regionale con l’ovvia conseguenza di politicizzarla e trasformarla in una sorta di corrida. La sonora bocciatura è il sigillo politico-istituzionale a questo errore di Zaia. Noi di Forza Italia, come anche i nostri alleati di Fratelli d’Italia, ci siamo dimostrati coerenti e granitici nel bocciare la proposta. Ma sottolineo che anche una parte consistente della Lega ha mostrato coerenza unendosi alle nostre posizioni, nonostante si trovasse in una situazione oggettivamente non semplice dato che Zaia era a favore della legge».

Infine, Zaia è stato identificato come lo sconfitto nel centrodestra anche dai movimenti per la vita e la famiglia. «È molto positivo che nel centrodestra sia emersa una maggioranza contraria alla deriva eutanasica promossa dai radicali e dalla sinistra estrema, anche se resta grave il sostegno politico del presidente Zaia e di altri consiglieri della Lega, di cui ci ricorderemo alle prossime elezioni», ha commentato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita. Mentre Mario Adinolfi, presidente del Popolo della Famiglia, ha commentato: «Luca Zaia è stato battuto e il suo è stato un azzardo sciocco».

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