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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Leghisti insoddisfatti per i risultati elettorali in Veneto, ma Salvini non si tocca

Roberto Marcato e Toni Da Re chiedono al segretario un cambio di rotta ma vengono sommersi dai commenti di chi difende il leader del Carroccio

Non è stata condivisa da tutti i leghisti veneti la soddisfazione espressa dal leader nazionale Matteo Salvini davanti ai risultati elettorali del 12 giugno scorso. L'assessore regionale Roberto Marcato e l'europarlamentare Toni Da Re hanno giudicato «imbarazzanti» i dati sui voti presi dalla Lega in Veneto, chiedendo al segretario non di farsi da parte ma di cambiare linea. Nessuna replica da parte di Salvini, che però è stato difeso da un gran numero di esponenti del Carroccio.

Eppure, per Matteo Salvini, le elezioni in Veneto erano state positive. Non trionfali, ma i numeri snocciolati dal leader leghista sembravano buoni: in 55 elezioni amministrative in cui la Lega era presente, le vittorie sono state 43, in 4 Comuni si è andati al ballottaggio e i sindaci leghisti uscenti sono stati riconfermati o portati al ballottaggio.
Ma proprio questi numeri sono stati criticati da Marcato e Da Re, i quali sono arrivati a commentare: «La Lega in Veneto non si riconosce più nella politica di Salvini. Non vogliamo cambiare il segretario ma fargli capire che la sua politica è sbagliata».

Marcato e Da Re dicono dunque di parlare a nome dei leghisti veneti, scoprendosi però più isolati di quanto credevano. Per difendere Salvini, infatti, si sono alzati alti muri di parole anche dalla provincia di Verona. Il senatore Cristiano Zuliani ha dichiarato: «Il dibattito all'interno di un partito è fisiologico ma spettacolarizzare discussioni private non fa altro che danneggiare il nostro movimento, avvantaggiando gli avversari e chiunque ci vorrebbe divisi. I numeri della Lega in Veneto sono molto chiari, con sindaci e consiglieri comunali in aumento e diverse realtà locali strappate alla sinistra». Ed il senatore Paolo Tosato ha aggiunto: «La Lega è una grande comunità umana e politica unica nel panorama italiano. Questa realtà è sempre stata la nostra forza e, nonostante le parabole della politica, sempre lo sarà. Sappiamo prenderci le responsabilità, sappiamo correggere il tiro e ripartire dalle nostre azioni. Se lo ricordi chi attacca il segretario. Matteo Salvini ci mette la faccia e il suo impegno è incontrovertibile: contestare ciò significa perdere la straordinaria occasione per fare silenzio».
Anche alcuni consiglieri regionali si sono detti dispiaciuti delle polemiche di Marcato e Da Re. «Salvini è un uomo che si spende fisicamente e umanamente per il partito anche in Veneto e merita rispetto - ha dichiarato Giuseppe Pan - Chi vuole tutelare unicamente gli interessi della Lega smetta con polemiche gratuite e dia il buon esempio a partire dai propri territori».
E infine, anche in Parlamento, le voci più squillanti sono quelle di chi difende Salvini. «Chi cerca visibilità sulla stampa, fingendosi animato da buone intenzioni, fa il male del partito e vanifica gli sforzi di quella maggioranza di persone appassionate e silenziose, che meritano rispetto e sostegno», ha detto il senatore leghista Andrea Ostellari. «Polemizzare contro il segretario della Lega non porta a nulla e non giova a nessuno - ha aggiunto il deputato Sergio Vallotto - Suggerisco maggiore prudenza, intelligenza e onestà intellettuale». Ed anche il senatore veneto della Lega Massimo Candura ha chiesto di concentrarsi «sulla necessità di seguire l'esempio del segretario, cercando di profondere lo stesso impegno, la stessa passione e la stessa tenacia».

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