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Elena Donazzan festeggerà il 25 Aprile «ma l'antifascismo non è un valore»

L'assessora regionale sarà a Vicenza per le celebrazioni della Festa della Liberazione con «la speranza che si plachi il clima di odio». Però poi aggiunge che l'antifascismo «ha partorito le Brigate Rosse», scatenando nuove richieste di dimissioni

Anche quest'anno, il 25 Aprile è accompagnato da polemiche. Ed anche quest'anno, in Veneto, le polemiche sul 25 Aprile vedono protagonista l'assessora regionale Elena Donazzan.

Nel 2021, l'Anpi promosse anche una petizione per ottenere le dimissioni di Donazzan. Questo perché l'assessora non partecipò alle celebrazioni ufficiali per la Festa della Liberazione, ma si recò in una località del Vicentino teatro di un'azione partigiana contro una milizia delle forze di occupazione tedesche.
Quest'anno, invece, Donazzan ha annunciato che sarà alla manifestazione del 25 Aprile a Vicenza, ma ha voluto specificare: «La speranza è che si plachi il clima di odio e che le parole violente lascino lo spazio all'inclusione per tutti gli italiani, anche quelli, come me, nipoti di chi combatté mantenendo fede, da militare, al giuramento prestato», come riportato da Padova Oggi. Inoltre l'assessora regionale ha precisato che in passato ha preferito pregare «in uno dei tanti luoghi testimoni della violenza della guerra civile per mano partigiana, per pregare per tutti i caduti. Proprio tutti, coloro che, in buona fede e credendo in un ideale, persero la vita».

Ma le parole che hanno scatenato le reazioni più accese sono state quelle in cui la Donazzan ha spiegato che per lei l'antifascismo non è un valore perché «ha partorito le Brigate Rosse» e che «sulla Costituzione non c'è scritto da nessuna parte che è antifascista». Ed ha concluso mostrandosi in sintonia con il suo compagno di partito (Fratelli d'Italia) e ministro dell'agricoltura Francesco Lollobrigida. Sulla cosiddetta «sostituzione etnica» agitata da Lollobrigida, Elena Donazzan ha detto: «È già in atto».

«Passano gli anni e Donazzan continua imperterrita a dire stupidaggini. Non riesce proprio a comprendere che dall'antifascismo è nata la nostra Repubblica - ha commentato il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni - Se Luca Zaia e Giorgia Meloni sono persone serie e coerenti, uno dovrebbe cacciarla subito dalla giunta della Regione Veneto, l’altra dovrebbe accompagnarla alla porta dal partito di Fratelli d’Italia. Se non lo fanno è evidente che condividono le sue parole, e sarebbe assolutamente grave. Per il resto forse è meglio che Donazzan non festeggi il 25 Aprile perché è evidente che la sua intenzione rimane sempre quella di rendere omaggio anche a fascisti e nazisti, e riscrivere la storia non è possibile». E il segretario regionale di Articolo Uno Veneto Gabriele Scaramuzza ha aggiunto: «La Donazzan riscrive addirittura la storia del nostro Paese, addossando all'antifascismo la colpa del terrorismo rosso. Naturalmente, nella bolla della Donazzan non c’è spazio per il terrorismo nero, quello per intenderci delle stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia e della stazione di Bologna. E ancora una volta fa scalpore il quieto e benevolo silenzio del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che sceglie di non commentare e, soprattutto, di non censurare il suo assessore. Poiché lo stesso Zaia ad ogni 25 aprile è prodigo di dichiarazioni sul valore della Resistenza, a questo punto facciamo al presidente della Regione questa semplice domanda: questo 25 aprile con chi starà, con le associazioni dei partigiani e dei resistenti o con Donazzan?».

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