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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Generali si prende Cattolica, PD: «Sboarina difende veronesità solo a parole»

Con la loro offerta pubblica di acquisto, i triestini si prenderanno il gruppo assicurativo veronese. E i consiglieri comunali di minoranza attaccano il sindaco: «Ha fatto lo spettatore di fronte al trasferimento di pezzi di economia veronese verso altre città»

«Alfiere della veronesità soltanto a parole», così i consiglieri comunali del Partito Democratico Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani hanno ribattezzato il sindaco Federico Sboarina, dopo l'offerta ufficializzata ieri, 31 maggio, dalla triestina Assicurazioni Generali. Pagandole 6,75 euro l'una, Generali intende acquistare tutte le azioni di Cattolica Assicurazioni, arrivando così a possedere l'intero capitale del gruppo veronese o almeno una percentuale di capitale tale da ottenere il cosiddetto delisting, ovvero la revoca delle azioni di Cattolica dalla Borsa di Milano.
«Con l'addio a Cattolica, Verona perde un'istituzione finanziaria che in passato ha contribuito moltissimo alla crescita della città», ha commentato a caldo il consigliere comunale di Traguardi Tommaso Ferrari, il quale ha attaccato i dirigenti del gruppo assicurativo veronese. Il PD, invece, ha messo nel mirino il sindaco che «nei suoi cinque anni di mandato amministrativo ha svolto di fatto il ruolo di spettatore di fronte al trasferimento di altri importanti pezzi di economia veronese verso altre città del Nord Italia. Prima dell'opa di Generali nei confronti di una Cattolica ormai indebolita c'è stata la questione del controllo dell'aeroporto Catullo, dove i soci pubblici sono disuniti e privi di una visione comune e quindi incapaci nel far valere la maggioranza nei confronti del socio privato, la veneziana Save. E se fosse stato per il sindaco, anche Agsm avrebbe preso la strada di Milano attraverso una trattativa privata ed esclusiva che precludeva qualsiasi confronto di mercato. E come opposizioni glielo abbiamo impedito. Negli ultimi 15 anni, il centrodestra veronese ha completamente demolito il progetto di polo finanziario, che andava ben al di là della mera partita immobiliare, allontanando tutti i principali attori finanziari della città, da Cattolica a Fondazione Cariverona, ora ripiegata su una controversa politica immobiliaristica. Né Sboarina né Tosi hanno saputo fare squadra e disegnare con queste e altre grandi realtà del mondo produttivo veronese un progetto condiviso di città, come dimostra anche la politica urbanistica senza capo né coda ereditata da Tosi e confermata da Sboarina. O come dimostra, nel suo piccolo, la vicenda della Casa di Giulietta, irrisolta da ormai 10 anni».
E contro la classe politica che ha guidato e continua a guidare la città di Verona si è scagliato anche il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco. «La vicenda di Cattolica è emblematica dell’incapacità della classe politica veronese di intervenire e di tutelare i più importanti asset economici della nostra città. Dopo aver perso la Cassa di Risparmio e con una Banca Popolare ormai milanese, ora arriva l'opa di Generali su Cattolica Assicurazioni, ultimo grande istituto finanziario con sede a Verona. Eppure nella gestione della società assicurativa erano evidenti i segnali di difficoltà. Ma la politica veronese ha sempre fatto finta di non vedere. L’importante era essere presenti alle assemblee dei soci di Cattolica e sprecarsi in lodi sperticate sull’operato del consiglio di amministrazione. L’opa non arriva per un disegno cinico delle Generali ma per la scarsa visione veronese. L'asset si è perso da solo e non ha avuto certo bisogno di aiuto. La politica doveva muoversi prima convincendo gli imprenditori veronesi a mettere mano al portafoglio: c’erano a Verona i 300 milioni che Generali ha messo sul piatto qualche mese fa? C’era qualcuno disposto ad affidarli ad un management già allora in discussione? No, non c’era nessuno e la politica attuale è solo in grado di prendere atto, non ha la capacità di mediare e di trovare soluzioni con, ad esempio Fondazione Cariverona, per trovare i capitali che servivano perché Cattolica restasse veronese. Ora fare come il sindaco Sboarina che dichiara di "aver ribadito all'amministratore delegato di Generali lo storico rapporto di Cattolica con il territorio veronese" è acqua fresca e una semplice presa d'atto. L'unica cosa di cui è capace la politica veronese. Almeno ci risparmino le lacrime di coccodrillo».

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