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Catullo, piano 2021-2030. Valdegamberi: «Solo annunci senza strategia»

Il piano è stato presentato ai consiglieri comunali di Verona da Monica Scarpa, amministratrice delegata della società che gestisce lo scalo veronese. Ma il consigliere regionale l'ha definito solo «propaganda che si perpetra a cadenze regolari»

«Una lezione di economia aziendale senza dire nulla di nuovo». Il consigliere regionale Stefano Valdegamberi ha criticato in modo sprezzante l'intervento dell'amministratrice delegata del Catullo Monica Scarpa alla riunione di mercoledì scorso, 23 giugno, della commissione del consiglio comunale di Verona sulle aziende partecipate.

Tra qualche giorno, il consiglio comunale dovrà votare l'aumento di capitale in favore della società che gestisce l'aeroporto di Verona. Un aumento di capitale che servirà anche a finanziare il piano industriale che da qui al 2030 dovrebbe portare il Catullo a superare i cinque milioni e mezzo di passeggeri all'anno e i 60 milioni di euro di ricavi annui. Il tutto anche attraverso un piano di investimenti di oltre 120 milioni di euro. Numeri che, per Valdegamberi, fanno parte di una «propaganda che si perpetra a cadenze regolari» perché al Catullo «tutto è fermo e gli interventi si sono visti solo a Venezia e negli aeroporti vicini come Bergamo, Bologna e Linate».

Valdegamberi ha definito il discorso di Monica Scarpa ai consiglieri della commissione comunale di Verona «un escamotage per non dover evidenziare i veri risultati di questi anni» ed ha aggiunto: «Asserire che non ci fossero i permessi e quindi non si poteva investire su Verona è un velo di prosciutto posto sugli occhi d'una platea accondiscendente. Già nel dicembre 2015 il Ministero dell'ambiente aveva approvato il Piano di Sviluppo per Verona, che era stato già fortemente ridimensionato rispetto a quanto il territorio avrebbe meritato. Il Piano aveva ridotto la capacità ricettiva dagli 80mila movimenti aerei l'anno a soli 42mila, un colpo al cuore per un territorio che deve crescere per rimanere competitivo. Ci aspettavamo la presentazione di un piano programmatico-operativo sul come saranno rilanciati gli aeroporti del Garda nel post pandemia e su dove saremo nel 2030. Tuttavia tale aspettativa delusa è ormai l’ordinarietà».

«La dottoressa Scarpa - ha concluso Valdegamberi - ha incantato con numeri relativi alla gestione finanziaria, ai fondi rischi, ai vigili del fuoco, al contenzioso con Enav e ai costi operativi, senza parlare del futuro in termini di sviluppo del trasporto aereo e dei suoi aeroporti, facendo mancare proprio quello che i veronesi si aspettavano. Sono rimasti impressi i famosi 66 milioni di euro annunciati nel 2015 per uno sviluppo imminente, senza che però sia mai stato fatto nulla. Vien da pensare che non ci fosse da parte del socio privato Save, e che ancor meno ci sia adesso, la volontà di sviluppare veramente il nostro sistema aeroportuale. Nella presentazione, la dottoressa Scarpa ci indica adesso che nel periodo 2021-2024 saranno realizzati investimenti complessivi per 99 milioni; naturalmente quasi la metà di questi sono relativi a manutenzioni ordinarie e straordinarie che ogni aeroporto necessita continuamente, ma si è ben guardata dall’evidenziarlo. Alla fine siamo sempre al punto di partenza. In termini pratici, gli scali di Brescia e Verona avrebbero potuto garantire quella capacità aeroportuale essenziale per la crescita del sistema economico del Nord Italia per il medio e lungo termine, ma la strategia veneziacentrica di Save ha polarizzato quasi tutti gli sforzi per lo sviluppo in laguna. Non c'è da rallegrarsi quindi della situazione raccontata, ma non ci diamo per vinti, e confidiamo in cambiamenti delle strategie sin qui proposte. Nel 2019, il Veneto è stata la regione del Nord Italia che meno è cresciuta in termini di traffico passeggeri e dobbiamo essere preoccupati. Questo fatto è riconducibile anche alla strategia che ha spostato il baricentro degli interessi verso la laguna, castrando gli aeroporti di Verona e Brescia, a vantaggio dei competitor vicini come Bologna, Bergamo e Linate».

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